Sedi di Ca’ Foscari, riparte la battaglia

Il 10 giugno l’udienza al Tar sulla cessione dei tre palazzi storici. I docenti contrari presentano una memoria di replica

Non c’è pace per i tre palazzi storici di Ca’ Foscari in odore di permuta, oggetto di ricorsi e teatro di spaccature interne all’ateneo. Dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato favorevole a Italia Nostra che aveva definito la permuta «inammissibile per difetto di giurisdizione», i docenti che si sono sempre battuti contro la vendita dei gioielli di famiglia hanno annunciato che depositeranno oggi al Tar del Veneto la memoria di replica in vista dell’udienza prossimo del 10 giugno.

Nei giorni scorsi, infatti, Ca’ Foscari si era costituita anche nel ricorso di riassunzione relativo alla controversia sulla cessione dei palazzi nonostante il nuovo rettore Michele Bugliesi si fosse detto contrario alla vendita delle tre sedi dell’Università cercando, a differenza del suo predecessore Carlo Carraro che aveva avviato l’iter della cessione, un accordo condiviso sulla riorganizzazione del polo linguistico.

Avvocati e parti, intanto, si stanno preparando in vista del 10 giugno quando sarà esaminato il progetto immobiliare sostenuto dall'ex rettore che avrebbe voluto vendere Ca' Bembo, Ca' Cappello e Palazzo Cosulich alla società altoatesina Pensplan Invest in cambio di una palazzina moderna Ex Enel.

Una cessione giustificata dalla volontà di accorpare le sedi dell'area linguistica che aveva subito incontrato il parere negativo di docenti, studenti e cittadini.

Italia Nostra, in particolare, aveva presentato ricorso contro la delibera del consiglio di amministrazione di Ca' Foscari che stabiliva la permuta dei tre edifici. Il Tar, dal canto suo, aveva rigettato il ricorso spiegando che non si poteva pronunciare in quanto si trattava di un contratto di tipo privatistico. Italia Nostra aveva quindi presentato appello al Consiglio di Stato che aveva rovesciato la sentenza di primo grado sostenendo che invece la questione era di competenza del Tar in quanto la delibera di un consiglio di amministrazione universitario è, a tutti gli effetti, di dominio pubblico.

«Siamo molto soddisfatti», aveva detto la portavoce Ilaria Gervasoni, «perché la sentenza dimostra che avevamo ragione e che le procedure non erano corrette. Ora che il Tar che si trova obbligato a rispondere, speriamo analizzi questo caso in maniera più approfondita e che questa sentenza crei un precedente anche a livello giuridico per normare le iniziative delle università in fatto di immobili».

La settimana prossima, dunque, il Tar dovrà pronunciarsi sulla legittimità di un’operazione che aveva suscitato proteste e polemiche anche per la segretezza dei documenti essendo la Pensplan una società quotata; rivelare pertanto i motivi per cui Italia Nostra e molti docenti di Ca' Foscari ritengono questo accordo illegittimo potrebbe arrecare un danno economico alla società, diffondendone informazioni riservate.

Tra i primi a battersi contro questa operazione immobiliare il direttore del Dipartimento di Studi linguistici e culturali comparati Anna Cardinaletti, e quello del Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterannea Paolo Calvetti oltre alla rappresentante degli studenti in Senato accademico, Ilaria Gervasoni, che già nei mesi scorsi aveva lanciato una raccolta di fondi per sostenere le spese del ricorso di Italia Nostra (sul sito www.lapermutadelsecolo.org).

L’intricata vicenda si arricchisce dunque di una nuova puntata davanti ai giudici amministrativi e la preoccupazione di fronte all’incertezza è comprensibile.

Manuela Pivato

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