Secondo no dei giudici alla sorveglianza speciale

La questura aveva chiesto la misura per 3 anni producendo condanne e denunce ma secondo il Tribunale il 24enne “disobbediente” Povelato non è pericoloso
Di Giorgio Cecchetti

Secondo no del Tribunale alla questura per la sorveglianza speciale. I giudici veneziani presieduti da Angelo Risi hanno respinto la richiesta avanzata per il 24enne Jacopo Povelato, uno dei più noti “disobbedienti” mestrini. Stessa risposta i magistrati avevano dato nei giorni scorsi per il 27enne anarchico veneziano Nicholas Mongelli.

Ieri, il giudice Maria Luisa Materia ha depositato le motivazioni in cui si legge che «non risulta emergere quella continuativa attività delinquenziale tale a indurre a ritrarre Povelato come un soggetto certamente dedito alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo la sicurezza». La Questura, nella sua richiesta, aveva sostenuto che Povelato era stato più volte condannato e, dal 2007 al 2014, è stato denunciato 29 volte per aver partecipato a manifestazioni non autorizzate, per resistenza, per danneggiamento, lesioni e violenza privata. Ma per i giudici, dopo l’acquisizione della documentazione presentata dal difensore del giovane “disobbediente”, l’avvocato Giuseppe Romano, «il quadro si è significativamente ridimensionato», visto che per le accuse più gravi è stato assolto, ad esempio per la manifestazione in Stazione a Mestre contro l’arrivo di Bush il 21 settembre 2009, per quella durante la Mostra del cinema del Lido il 14 settembre dello stesso anno, per l’aggressione con lesioni ad un tifoso avversario durante la partita di basket della Reyer il 21 gennaio dello scorso anno. Inoltre, le condanne che ha subito sono per reati contravvenzionali, come quello di accensione di fuochi pericolosi (i fumogeni colorati che in svariati cortei vengono utilizzati). Per alcune accuse, l’avvocato Romano ha addirittura sostenuto che il decreto di condanna è arrivato senza che l’interessato ne fosse stato informato. Le numerose denunce, si legge infine nell’ordinanza firmata dalla giudice Materia «consentono di valutare certamente in termini estremamente negativi la personalità di Povelato, ma non consentono per la modesta gravità dei fatti contestati, di ritenere persona che abitualmente commette reati che offendono o mettono in pericolo la sicurezza». Un giudizio che è molto simile a quello dato dagli stessi giudici sul conto di Mongielli, il giovane anarchico residente a Sant’Elena.

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