"Se solo..."
Il vento del nord è giunto a portare i suoi saluti alla Signora dei mari, con le sue lunghe dita inconsistenti accarezza il campanile di San Marco, suo vecchio amico, la Basilica e i tetti delle case, riscaldandosi appena sopra i camini fumanti, al suo tocco le acque verdastre si dimenano come un bimbo che soffre il solletico.
Un uomo solleva il bavero del cappotto per proteggersi dal freddo, ha le mani in tasca e lo sguardo attento. Attorno a lui, in un caleidoscopio di luci, colori e risate cristalline, l’atmosfera natalizia si mostra in tutto il suo splendore. Tutti corrono, ma l’uomo col cappotto non ha fretta.
Il Natale è la festa che più di tutte fa venir voglia di stare con la famiglia, ma per chi, come lui, non ha permesso a nessuno di avvicinarsi porta solo malinconia.
C’era stata una sola persona che non si era lasciata spaventare dalle sue barriere, dalla scontrosità e dalla freddezza che usava per difendersi una sola che era andata oltre, che lo aveva amato di un amore intenso e tormentato come quello di Heathcliff e Catherine. Ma lui era riuscito a rovinare tutto, la paura di esporsi troppo ed essere ferito l’aveva trasformato in un codardo che batte in ritirata.
Erano passati tanti anni ormai, eppure ogni Natale lei tornava a fargli visita, crudele fantasma del passato e del futuro che avrebbe potuto essere.
Dal giorno in cui Venezia si riempie di luci e decorazioni, evita di passare in piazza San Marco, sa che lei è lì ad aspettarlo, avvolta in quella sciarpa rossa che fa risaltare i suoi occhi color cioccolato, due pozzi d’oscurità in cui perdersi per raggiungere il paradiso.
La rivede mentre scarta il suo regalo e sorride; non dimenticherà mai il sapore del bacio che gli aveva dato, un bacio che custodiva il profumo di cioccolata calda e cannella, quella che avevano bevuto insieme al Cafè del Doge.
Ricorda ancora nitidamente i suoi lunghi capelli spruzzati di bianco, il suo entusiasmo quando, accortasi della neve che scendeva sempre più fitta, si era messa a girare su sé stessa con le braccia allargante e gli occhi chiusi rivolti al cielo stellato.
L’uomo col cappotto cammina senza meta, perso in quel Natale del 1990, si sfiora il viso. La barba ispida, sale e pepe, gli ricorda il tempo passato e lo riporta alla realtà.
Una campanella tintinna quando la porta della libreria si apre per far uscire una donna avvolta in una sciarpa rossa che fa risaltare i suoi occhi color cioccolato...
Per un momento l’uomo teme che il suo cuore possa essersi fermato e che non abbia alcuna intenzione di riprendere a battere.
Un solitario fiocco di neve inizia la sua discesa, accompagnato dal vento del nord che lo fa volteggiare mille volte prima di lasciarlo posare sulle ciglia nere dell’uomo col cappotto costringendolo a sbattere le palpebre. Forse è solo uno scherzo della sua immaginazione, ma l’istante dopo, lei è ancora lì, bellissima come a 20 anni.
Non aveva mai creduto nel destino, ma forse...
Fa un passo verso di lei, e poi un altro, quella distanza, fisica e metaforica, che li aveva separati così a lungo sembra finalmente poter essere colmata.
Improvvisamente i suoi piedi si arrestano, è così vicino che può sentire il suo profumo alla vaniglia, eppure così irrimediabilmente lontano.
Dalla pasticceria di fronte esce un uomo, tiene per mano una bimba di 4 o 5 anni che, lasciato il padre, si lancia tra le braccia della donna con la sciarpa rossa.
"Mamma nevica!"
La donna, incurante dei passanti, solleva la figlia e inizia a girare su sé stessa, il volto sollevato per sentire i fiocchi di neve sciogliersi sulla pelle.
Il marito le raggiunge e le bacia amorevolmente.
Una famiglia felice. È questo il suo fantasma più crudele: un futuro che avrebbe potuto avere se solo...
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