«Se sfuma l’ospedale unico sarà colpa di Cereser»
Ospedale unico perduto, tutti contro Cereser. Ieri la riunione plenaria che ha visto attorno a un tavolo, all’hotel Forte del 48, la presidente della Provincia, Francesca Zaccariotto, il sindaco di Musile, Gianluca Forcolin, quello di Fossalta, Massimo Sensini, l'assessore provinciale Giorgia Andreuzza, Giansilvio Contarin e Alberto Gobbo per Fi e, colpo di scena, l'ex vice sindaco cui Cereser ha revocato le deleghe, Oliviero Leo, tornato evidentemente nell'alveo del centrodestra. Con loro, da Jesolo, l'avvocato Ilenia Buscato, poi vari altri elementi delle liste civiche di centrodestra.
Anche Daniele Bison, in veste di uditore, indicato, anche dalla Zaccariotto, tra quelli che si sono battuti per salvare l'ospedale di Jesolo. Ha preso la parola significativamente il dottor Leo: «Siamo un territorio di 62 mila abitanti, con un litorale che va da Bibione a Cavallino, non poteva che essere qui a San Donà, vertice del grande triangolo, l'ospedale unico del Veneto Orientale. Lo sapevamo ancor prima che lo dicesse la Regione con i suoi studi precisi e dettagliati. Cereser mi ha volutamente tenuto fuori da ogni discussione sull’ospedale, alla conferenza dei sindaci mandava altri assessori. Perdendo un anno di tempo, non abbiamo più i numeri e oggi i sindaci non sono più trasversalmente compatti. Il poeta del 700 Luigi Fiacchi scrisse in una sua poesia: “Potea, non volle, ora che vorria non puote”. E questo dice tutto, perchè oggi non ci sono più i numeri».
Il convitato di pietra sembra essere il sindaco di Portogruaro, Antonio Bertoncello, ieri più volte nominato come quello che farà saltare l'operazione, difendendo il suo territorio. Forcolin se la prende a sua volta con il sindaco di San Donà: «Adesso chiede il voto ponderato», ha commentato, «ma sa bene che è impossibile farselo votare. E anche in Conferenza dei sindaci non avremo più i numeri. Zaia ci aveva detto di decidere, ma San Donà non ha deciso e abbiamo perso 150 milioni di euro». Da Fossalta, il sindaco Massimo Sensini snocciola alcuni dati: «Non stiamo parlando della sede di una gelateria, ma di un ospedale, con una sanità che oggi ha dei costi enormi con le continue fughe verso il Friuli».
Giovanni Cagnassi
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