«Se non saldate le bollette scatta subito la causa»

Crac Piva: lettera di Gdf Suez (gas) ai condòmini di tre palazzine in via Diedo Riscaldamento a rischio. Rizzi consegna i documenti ai nuovi amministratori
Di Francesco Furlan
Sede di Piva amministratore di condomini in via Spalti a Mestre
Sede di Piva amministratore di condomini in via Spalti a Mestre

Cari condòmini, dovete saldare 20 mila euro di bollette non pagate, altrimenti scatta la causa. Senza contare il rischio di trovarsi con il riscaldamento staccato. È questa la lettera che nei giorni scorsi la società Cofely Gdf Suez, che fornisce il gas per il riscaldamento e garantisce gli interventi di manutenzione, ha inviato con destinatari gli inquilini delle tre palazzine che si trovano in via Diedo 20-22-24, condomìni di cui era amministratore Piero Piva. Stando all’estratto conto dello scorso 4 ottobre le bollette non pagate sarebbero quelle dell’ultimo anno, con l’esclusione di una, di circa 4 mila euro, che risale al 2009. Va da sé che, ricevuta la lettera, molti inquilini si sono spaventati. Dieci giorni fa - dopo l’ordinanza del sindaco Orsoni che, visto i giorni di freddo, ha autorizzato anticipatamente l’accensione del riscaldamento - le caldaia è stata avviata regolarmente, ma ora c’è chi teme che, se le bollette non verranno saldate in fretta, possano essere chiusi i rubinetti. Ipotesi che i nuovi amministratori, in via Diedo e negli altri condomìni gestiti da Piva che nei giorni scorsi hanno nominato i nuovi amministratori, stanno cercando di scongiurare. In un condominio di via Caneve ci sono arretrati per 24 mila euro mentre nei giorni scorsi era stato un condominio di via Giordano Bruno a trovarsi con il gas staccato, nonostante l’accordo che era stato trovato con Eni Gas per concordare una rateizzazione delle bollette.

Come noto l’ex amministratore, irreperibile da inizio mese, ha chiuso l’ufficio di via Spalti e inviato una lettera all’Anaci (l’associazione degli amministratori di condominio) facendo riferimento ad un buco di circa 1 milione e 300 mila euro per bollette e servizi pagati dai condòmini ma non saldati alle ditte o alle società erogatrici. L’unica strada, per ora, è pagare: così da evitare tagli ai servizi. Solo in un secondo momento si potrà di cercare di capire come i soldi siano stati girati da Piva da un condominio all’altro per tappare i buchi che mano a mano andavano creandosi, stando alla ricostruzione che lo stesso Piva ha fatto del buco, assicurando di non essersi intascato un solo euro. In questi giorni Angelo Rizzi, presidente di Anaci Venezia, ha ottenuto l’accesso all’ufficio di via Spalti di Piva, consegnando circa il 60% dei fascicoli ai nuovi amministratori. Oggi consegnerà una nuova tranche di documenti, mentre c’è ancora un piccolo gruppo di condomìni che non ha ancora nominato un nuovo amministratore.

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