Se n’erano andate dopo le bonifiche
VENEZIA. Qualcuno le ha scambiate per fenicotteri, altri per cormorani, ma l’ornitologo Mauro Bon conferma che i grandi uccelli che negli ultimi giorni non sono passati inosservati nel cielo veneziano, erano sempre gru. Negli ultimi anni, forse anche a causa del cambiamento climatico, i passaggi sono aumentati. In questi giorni si stima ne siano passate circa cinquecento. «Una volta le gru si fermavano in laguna», spiega Bo, autore del recente libro “Gli Uccelli del Veneto”, scritto con Francesco Mezzavilla e Francesco Scarton, «nidificavano nelle zone verso Torre di Mosto e Caorle, vicino alle valli da pesca, ma con le bonifiche avvenute nel periodo fascista se ne sono andate».
Non a caso molti linguisti ritengono che il nome Portogruaro, il cui stemma è proprio quello di due gru, sia legato alla numerosa presenza di questa specie. Le gru sono dei grandi uccelli che amano stare nelle campagne umide, dove possono trovare il loro cibo preferito: topi e serpenti. «Per questo una volta i veneziani le tenevano insieme alle galline», continua Bon, «non era assolutamente raro mangiarle, come testimoniano alcune ricette».
Il loro passaggio è facilmente riconoscibile dal rumore che fanno, un verso chiassosissimo come si sente nel video ripreso dall’agricoltore Michele Savorgnano. Il suono ha la funzione di essere un richiamo di aggregazione durante le migrazioni che possono durare alcune ore, con tappa notturna. «La gru la ritroviamo anche nella letteratura», prosegue Bon, «celebre è la figura del cuoco Chichibio del Decamerone del Boccaccio».
La specie ha un’origine euroasiatica, nidifica in Ungheria, Russia e Scandinavia, ma d’inverno si sposta o verso la Spagna o verso il Nord Africa. «Si avvicina la stagione della nidificazione e sicuramente sono arrivate da sud». Bon ha appena scritto un libro pubblicato da Danilo Zanetti Editore, dedicato sia agli esperti che al pubblico. All’interno le descrizioni di circa duecento specie, con tanto di cartine dove andarle a cercare e fotografie per chi vuole imparare a riconoscerle. Difficile, ma non impossibile, trovare i nidi nei campanili o nei palazzoni del gheppio, un piccolo rapace che pochi anni fa aveva nidificato nel campanile dei Frari. Un alto rapace che si può vedere, per esempio al Lido, è il gufo assiolo e, da qualche tempo, il gruccione, un esemplare bellissimo dai colori tropicali.
Vera Mantengoli
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia