Scuse per l’arresto a Santo Domingo

Lettera del console al giovane di Caorle trattenuto per errore nell’isola caraibica

CAORLE. Dopo la denuncia, per quei tre giorni terribili a Santo Domingo e quelle spese impazzite, sono arrivate le scuse. Il console generale della Repubblica Dominicana a Milano, Natacha Sanchez, attraverso la Dotta Viaggi di Portogruaro, ha porto le scuse a Fabio Zecchin (nella foto), il turista di Caorle trattenuto ingiustamente nell’isola caraibica mentre si stava imbarcando con un amico di Portogruaro per fare rientro a Italia dopo le vacanze oltreoceano (Fabio era stato anche a Miami).

La lettera di scuse è giunta dopo che era stata presa visione di una lettera di protesta, spedita dallo stesso Fabio Zecchin in cui si lamentava del trattamento subito. «Con la presente», si legge nella missiva del console dominicano, «vi comunichiamo di aver letto la lettera circa lo spiacevole fatto accaduto. Comunichiamo il nostro dispiacere nel venire a conoscenza dei fatti e segnaliamo di aver inviato informazioni relative all’accaduto al nostro Ministero degli Esteri. Esprimiamo la nostra solidarietà al signor Zecchin Fabio». La lettera porta la data di qualche giorno fa, il 20 gennaio scorso. La vicenda risale all’anno scorso, quando Zecchin, in attesa di imbarcarsi per il ritorno in patria è stato bloccato e trattenuto nell’isola per tre giorni perché una zelante agente della Polizia di frontiera di quel paese riteneva, erroneamente, che il suo passaporto fosse falso. Fabio Zecchin era stato “liberato” grazie alla professionalità degli agenti della Polizia del commissariato di Portogruaro, e alla caparbietà del suo agente di viaggio, Marco Dotta, titolare della Dotta Viaggi di viale Trieste. La poliziotta al controllo dei documenti in aeroporto aveva visto il documento di viaggio di Fabio, e si era autoconvinta che fosse falso. Sono trascorsi giorni infernali. Spostato da un ufficio all’altro dell’aeroporto Zecchin ha potuto ricevere gli sms dell’amico Marco Dotta, informato dal suo compagno di viaggio, nel frattempo rientrato in patria.

Tra l’altro per tornare in Italia ha dovuto pagarsi un altro aereo, cavandosela con “appena” 400 euro”. «Le scuse del consolato della Repubblica Dominicana sono il giusto epilogo di una vicenda», assicura Marco Dotta, «che ci ha tenuto col fiato sospeso e che fortunatamente siamo riusciti a risolvere».

Rosario Padovano

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