Scuole veneziane: in aumento gli studenti stranieri figli di immigrati
MESTRE. Poco più di un alunno ogni dieci iscritti nelle scuole per l’infanzia e dell’obbligo veneziane è straniero. In stragrande maggioranza si tratta di bambini nati in Italia, ma con diritto alla cittadinanza solo al compimento dei 18 anni. Sono loro che di fatto tamponano l’emorragia demografica con una costante riduzione di nuovi nati tra i cittadini italiani e l’aumento della popolazione anziana che caratterizza i residenti in Veneto e nella provincia di Venezia.
Quanti sono a Venezia. Gli alunni stranieri che si sono iscritti e hanno frequentato le scuole della provincia di Venezia tra il 2015 e il 2016 sono stati 13.574, dei quali 5.349 nel Comune di Venezia e altri 1.049 in quello di San Donà (12,1%); tutti in gran parte figli di immigrati di seconda generazione nati in Italia. Secondo la ricerca della Fondazione Leone Moressa, la percentuale degli alunni stranieri a Venezia e negli altri 43 comuni dell’area della Città Metropolitana (ex provincia) su tutti gli alunni iscritti e frequentanti è stata pari al 11,8%, inferiore quindi alla media regionale del Veneto (12,9%), mentre se si considera soltanto il Comune di Venezia si sale al 14,1% .
I dati del Veneto. Con oltre 90 mila studenti, il Veneto è la terza regione italiana per presenza di alunni stranieri (91.853), dopo Lombardia ed Emilia Romagna. In Friuli Venezia Giulia gli alunni stranieri sono 18.960 e in Trentino Alto Adige 18.433. L’incidenza sul totale alunni è del 12,5% nel Nord Est, superiore rispetto alla media nazionale (9,2%). I valori più alti si registrano a Pordenone (14,9%), Verona (14,1%) e Treviso (13,6%), quelli più bassi a Belluno (7,5%).
Le nazionalità e l’indirizzo. Al primo posto delle nazionalità degli studenti stranieri c’è la Romania, seguita al secondo posto da Albania, Marocco, Cina, Filippine, India, Moldavia, Ucraina Pakistan e Tunisia. Al primo posto tra le scuole scelte dagli alunni/studenti stranieri ci sono gli istituti tecnici, seguiti da quelli professionali e, infine, dai licei. I dati relativi all’ultimo anno scolastico mettono in luce ancora una volta - come sottolineato dai ricercatori dell’Istituto Moressa anche in precedenza - che «gli studenti con background migratorio, di prima o seconda generazione, sono generalmente soggetti ad un maggiore rischio di insuccesso formativo e, in conseguenza, di uscita dal sistema educativo prima del completamento del ciclo di studi rispetto ai loro coetanei italiani, specie durante la scuola secondaria, ma tale gap si sta via via riducendo per gli alunni di seconda generazione».
L’altro aspetto di rilievo, secondo i ricercatori, riguarda «l’ambito scolastico e i ragazzi di seconda generazione, ovvero le scelte della scuola secondaria di secondo grado, fortemente connesse alle speranze e alle aspettative di lavoro».
Anche i dati dell’anno scolastico 2015/16, non a caso, descrivono «un quadro sostanzialmente immutato dagli inizi degli anni duemila ad oggi: si conferma l’orientamento dei ragazzi con background migratorio verso la formazione tecnica e professionale».
Per questo, la Fondazione Leone Moressa ha sempre consigliato di «rafforzare il coinvolgimento delle famiglie degli studenti stranieri, in quanto è di primaria importanza perché i percorsi educativi dei figli siano positivi. Talvolta, invece, i genitori restano estranei al vissuto scolastico dei figli, soprattutto a causa della scarsa conoscenza del sistema educativo e della lingua». Di questi temi si parlerà venerdì 5 maggio a San Donà di Piave (ore 14.30 al Crunchlab di via Vittorio Veneto 118) al convegno “Liberiamo i talenti”, organizzato da Fondazione Leone Moressa e Forcoop Cora.
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