Scuole, spunta la beffa restano i tagli alle pulizie

Ripristinati, con la cassa integrazione, gli stipendi alle addette non le ore di lavoro E le risorse aggiuntive dal 1° luglio riguarderanno solo le manutenzioni
Di Francesco Furlan
Protesta dei genitori e bambini della scuola elementare Valeri di Favaro Veneto contro i tagli sul personale delle pulizie
Protesta dei genitori e bambini della scuola elementare Valeri di Favaro Veneto contro i tagli sul personale delle pulizie

Il quadro ora è chiaro: risolto il problema dell’occupazione ma non quello della pulizia delle scuole. Il sentimento di cauto ottimismo dei giorni scorsi dei rappresentanti del comitato dei genitori si è trasformato in rabbia alla lettura del verbale della riunione che si è tenuta il primo aprile alla Direzione regionale del lavoro tra la Manutencoop e le organizzazioni sindacali. Un incontro che ha fatto seguito all’accordo di Roma del 28 marzo e che sembrava aver risolto, almeno in parte, il problema delle scarse pulizie nelle scuole. A leggere le carte, però, non sarà così.

Perché, come si legge nell’accordo, nonostante l’orario contrattuale delle dipendenti dell’azienda sarà ripristinato al 31 dicembre del 2013, «la prestazione lavorativa rimarrà comunque quella prevista dal taglio del primo gennaio del 2014 e l’eventuale differenza sarà colmata con la cassa integrazione guadagni in deroga prevista dall’accordo del 28 marzo, in attesa di ulteriori sviluppi ministeriali». Per fare un esempio: una dipendente che al 31dicembre aveva un contratto che prevedeva 20 ore settimanali - poi passate 8 dal primo gennaio - continuerà a lavorare 8 ore ma prenderà lo stipendio per 20 (perché 12 ore verranno coperte dalla cassa integrazione). Assurdo, no? Si pagano le addette alle pulizie per stare a casa quando invece ci sarebbe bisogno di dare una bella pulizia di fondo ad aule e corridoi.

Così si risolve il problema occupazionale, ma non quello della reale pulizia della scuole perciò non appena saranno esauriti i fondi aggiuntivi pari a 26 milioni di euro stanziati dal governo a metà febbraio - e che i dirigenti scolastici stanno ancora utilizzando con i piani integrativi per le pulizie - la situazione rischia di degenerare di nuovo. Con i genitori però che si troveranno a lottare senza il sostegno delle organizzazioni sindacali, soddisfatte per aver risolto il problema quanto meno dal punto di vista occupazionale. Come da accordi del 28 marzo il governo stanzierà 60 milioni di euro per la cassa integrazione, più 150 milioni di euro per il 2014, e 300 milioni per il 2015 e i primi tre mesi del 2016 che serviranno però non per le pulizie, ma per «ulteriori attività consistenti in interventi di ripristino del decoro e della funzionalità degli immobili adibiti ad edifici scolastici».

Interventi (dipingere le pareti, pulire un giardino, aggiustare i banchi o gli armadi) che cominceranno dal primo luglio, e per i quali le dipendenti dovranno essere prima formate. «È come se a tavola ci servissero il dolce senza darci la pastasciutta», spiega Roberto Longo, uno dei rappresentanti dei comitati, «cosa ce ne facciamo di pareti dipinte a luccicanti se le aule dove studiano i nostri ragazzi sono sporche? In questa vicenda la voce dei genitori non è stata minimamente ascoltata». I genitori del comitati di troveranno ora per decidere quali iniziative intraprendere alla luce di quanto deciso a Roma e recepito a Venezia. Un pesce d’aprile poco divertente, almeno per i genitori.

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