Scuola senza spazi. La “guerra” del Sarpi alla Provincia
VENEZIA. Non si placano le baruffe tra dirigenti di due istituti veneziani (Marina Perini a capo dell’istituto tecnico turistico Algarotti e del tecnico commerciale Paolo Sarpi e Roberto Sintini preside del liceo scientifico Benedetti e del linguistico Tommaseo) e l’ufficio edilizio della Provincia. L’assegnazione da parte di Ca’ Corner all’Algarotti-Sarpi delle quattro aule all’ultimo piano del Sarpi ha provocato una reazione esplosiva da parte della Perini che ritiene la sua scuola vittima di una grande ingiustizia. Ieri mattina ha inviato alla stampa un comunicato di tre pagine, motivando la sua posizione. Non avendo avuto alcuna documentazione riguardante gli interventi svolti (Scia), non ritiene di poter aprire le aule.
Per protesta contro la Provincia, ritenuta responsabile di aver favorito i licei e di voler mandare gli studenti in classi non agibili, questa mattina quattro classi delle sue scuole faranno lezione alle 10.30 in fondamenta, due davanti al Sarpi, una davanti all’Algarotti e un’altra davanti al Testa. Genitori e docenti sono informati e d’accordo. Pochi giorni fa, durante un incontro, era infatti venuto fuori che le aule, proprio perché ricavate da una struttura vecchia, potessero avere tracce di amianto. Siccome la certificazione di sicurezza (Spisal) dell’Asl non è ancora arrivata, hanno tutti acconsentito. Un modo per attirare l’attenzione su un problema che per la Provincia è chiuso, specie dopo che i vigili del fuoco hanno dato l’agibilità alle quattro aule. IL Sarpi ha quattro piani: fino allo scorso anno tre erano utilizzati per le scuole citate, con l’aggiunta di tre classi al piano terra dell’istituto alberghiero Barbarigo, trasferite da oggi nel nuovo istituto di Mestre. La disposizione degli istituti non va per piani, ma per aule. Il risultato è che a volte, per raggiungere la propria classe, bisogna attraversare il piano.
La guerra tra i due dirigenti per occupare le tre classi al piano terra inizia mesi fa. Entrambi sostengono di avere la priorità su quelle aule. La Provincia invita i dirigenti a mettersi d’accordo, ma non c’è verso e alla fine, venerdì scorso, decide di dare le quattro aule all’Algarotti Sarpi e il tanto ambito piano terra al Benedetti Tommaseo. Solo su una cosa i dirigenti sono d’accordo: il quarto piano non è agibile.
Nel comunicato di ieri Perini afferma che le aule spetterebbero ai suoi istituti per molti motivi: tre anni fa agli istituti di Sintini è stato assegnato il terzo piano; le aule liberate, secondo Perini, non erano utilizzate in precedenza da Sintini, ma usate come deposito; la mancanza di nuove classi blocca la formazione di nuove prime; con questa disposizione bisogna fare le gimcane per raggiungere la propria classe; Domenico Martino dell’UST e Francesca Zaccariotto si erano dimostrati a loro favore.
Di contro Sintini dice che le prime formate nei suoi istituti sono in linea con il numero concordato e che i suoi istituti hanno investito soldi nello spostare il deposito da altre parti, motivo per cui, adesso che sono libere, spettano a loro. «Capisco Perini», ha detto Sintini, «perché quegli spazi sono in un sottotetto. Fare scuola in fondamenta è l’unico modo per attirare l’attenzione».
L’ufficio edilizio risponde che non può fabbricare istituti in centro storico e che le classi restaurate sono dignitose e a norma.
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