Scuola, l’esercito di precari: «Ogni anno è sempre peggio»

La carica dei supplenti a caccia dei posti annuali, oggi tocca alle elementari. «La nomina è spesso un miraggio». «Per me è una tratta degli animali»
Gli ATA della provincia di Venezia in coda all'ist.Gritti per l'assegnazione delle nomine
Gli ATA della provincia di Venezia in coda all'ist.Gritti per l'assegnazione delle nomine

Tutti in attesa di un posto annuale. È iniziata ieri la carica dei supplenti nella sede dell’ufficio scolastico provinciale di via Muratori, in una giornata calda di fine estate. La tre giorni per l’assegnazione dei posti annuali è partita con le scuole dell’infanzia (485 convocati), i collaboratori scolastici e il personale educativo. I posti per la supplenza alla scuola dell’infanzia erano un centinaio, ma le persone molte di più.

«Sono di Noale», racconta Susanna, «ho insegnato alle paritarie per diversi anni, da quattro sono passata alle scuole pubbliche dopo aver frequentato i corsi di specializzazione». Se ne sta appoggiata al muro dell’aula, con la lista della graduatoria tra le mani, ad aspettare. «Ogni anno è così, una vergogna», spiega.

«Insegno da 12 anni», racconta Silvia, di Campagna Lupia, «alla scuola pubblica però, da qualche anno. Di fronte a me ne ho una marea, almeno 150». «Quest’anno», racconta un gruppo di giovani donne fuori dalla porta, «le cose non vanno molto bene, perché ci sono pochissimi posti e tanti part-time, inoltre i posti di Mestre vanno via subito».

Prosegue il gruppetto: «Lavoriamo dal 2000 e siamo in graduatoria dal 2007, prima eravamo nelle scuole private, ma pretendono molto: si lavora tante ore, nel senso che si sa quando si arriva ma non quando si esce e lo stipendio è basso».

«Spero di avere una supplenza tutto l’anno», spiega Elisa. «Ma nulla è certo» le fa eco Sara, «già è difficile restare aggiornati tra corsi abilitanti e concorsi. Se ci arriva un posto fino al 30 giugno, poi luglio e agosto si chiede la disoccupazione».

Funziona così: i contratti sono a tempo determinato, ma quando scadono, i due mesi scoperti, si fa un’altra fila per ottenere la disoccupazione, che arriva sempre spezzettata. Roberta è al numero 148, neanche male, è di Zerobranco ma è iscritta alle liste di Venezia: «Prendo quello che viene” dice. «Io la chiamo la tratta degli animali», racconta Anna, 35 anni, di Portogruaro. «Sono 335ª, la nomina è un miraggio, otterrò le ore con le chiamate dalle scuole, così come faccio da 8 anni a questa parte».

La maggior parte ha dai trenta anni in su, ma si arriva anche oltre i 50. Angela è di Roncade, ha 48 anni e da 15 anni è in graduatoria permanente: «Ogni anno prendo la supplenza», dice, «adesso sono il numero 160, mi danno scuole vicine, ma una volta pur di lavorare, accettavo anche posti molto lontani». Precisano le due donne: «Se non ci danno la supplenza fino a fine agosto, ma al 30 giugno, chiediamo la disoccupazione, che arriva a spezzoni. Se poi si viene chiamati dagli istituti e non con le graduatorie permanenti, passano due mesi prima di vedere il primo stipendio».

Oggi tocca alle elementari, 355 i convocati, ossia tutti gli iscritti ad esaurimento, 280 i posti.

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