Scrutini, hanno scioperato nove insegnanti su dieci

Lo sciopero è concluso, ma la protesta rischia di montare ancora più violenta nei prossimi giorni e a settembre, quando le campanelle torneranno a suonare: la battaglia dei docenti degli istituti secondari di primo e secondo grado contro la “Buona scuola” del governo Renzi, infatti, ha visto ieri e giovedì scendere in campo anche i Cobas, che hanno incrociato le braccia subito dopo le altre sigle sindacali, rallentando gli scrutini praticamente in tutte le scuole medie e superiori della provincia. A partire da oggi tutto dovrà tornare alla normalità e, anzi, dovrà viaggiare a doppia velocità per seguire gli esami delle classi terminali e riuscire ad esporre i voti degli altri studenti nel minor tempo.
Proprio per questo sono molti gli istituti del territorio dove i professori dovranno riunirsi fino alla tarda sera di oggi (in una scuola di Maerne si parla già di una tirata fino alle 23) o persino di domenica; in alcuni casi si tratta di una scelta presa in accordo con gli insegnanti, in altri sembra che la prospettiva di lavorare fuori dagli orari funzionali non sia andata giù ai professori, che avrebbero preferito causare un disagio maggiore con il proprio sciopero, sempre premesso che le prove di Stato non sarebbero mai state a rischio.
«La protesta ha continuato a registrare un'adesione massiccia, oltre il 90 per cento, fino all'ultimo giorno», specificano proprio i rappresentanti di Cgil, Gilda e Cobas. «Se anche dopo questa sollevazione popolare il governo non intende aprire un tavolo di trattativa siamo già pronti a manifestare in piazza in concomitanza con i lavori per il ddl in Senato, la settimana prossima, e, se necessario, a gettare le scuole nel caos a settembre».
A causare particolare scalpore in questi giorni, però, è stato il caso del liceo Galilei di San Donà, dove l'asse dello scontro ha finito per spostarsi, mettendo contro i docenti non più l'esecutivo romano ma lo stesso dirigente scolastico: l'astensione dagli scrutini è costata infatti ai professori un esposto alla magistratura, a cui la Cgil ieri ha deciso di rispondere presentando una segnalazione al consiglio scolastico regionale. «Vogliamo che verifichi se ci sono gli estremi per un provvedimento disciplinare contro la dirigenza scolastica», ha tuonato Carlo Forte. «Se si chiedono trasparenza e controlli nei confronti dei docenti non vedo perché la cosa non si debba estendere anche ai dirigenti. In ogni caso l'intimidazione non ha funzionato: ieri anche gli indecisi hanno finito per incrociare le braccia, proprio per dare manforte ai colleghi finiti nel mirino».
Persino gli studenti hanno dichiarato la propria solidarietà ai professori: «Come Rete degli Studenti Medi», ha specificato Federica Volo, coordinatrice provinciale, «troviamo vergognoso che un preside abusi in tal modo del suo potere e della sua posizione per tentar di bloccare la democratica protesta contro una riforma che trasmette un’idea di scuola-azienda competitiva e non democratica, e che non risolve i veri problemi».
Giacomo Costa
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