Scritte (sbagliate) su Allah La Municipalità nel mirino

Apparse nella notte, a ridosso del dibattito sulle frasi dette da Brugnaro a Rimini Sull’episodio indaga la Digos. E il sindaco: «Basta alimentare le polemiche»
Imbrattata con riferimenti ad Allah la sede di San Lorenzo della Municipalità di Venezia. Le scritte sono state realizzate nella notte tra domenica e lunedì, scoperte ieri mattina sul muro e sui
masegni
all’ingresso della sede, poche ore prima del confronto organizzato dalla stessa Municipalità sulle frasi che il sindaco Luigi Brugnaro aveva pronunciato nei giorni scorsi al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. «Se uno grida Allah Akbar correndo in piazza San Marco, in tre passi lo abbattiamo» aveva detto Brugnaro la settimana scorsa infilandosi in un vespaio di polemiche e inducendo il presidente della Municipalità, Giovanni Andrea Martini, a convocare un incontro per aprire un dibattito. Nella notte l’atto vandalico. Le scritte, realizzate con una bomboletta spray di colore nero, a metà mattina erano già state ripulite con una passata di bianco. «Sta indagando la Digos», si è limitato a dire ieri il questore Vito Gagliardi. L’ipotesi prevalente è che gli autori delle scritte, facendo riferimento alle parole di Brugnaro, abbiano voluto soffiare del fuoco. Di sicuro c’è che – come spiega un traduttore da noi interpellato – gli autori hanno pasticciato traducendo dall’arabo, finendo con lo scrivere una frase sgrammaticata, che potrebbe essere interpretata anche come una bestemmia. Un episodio che, comunque, non viene sottovalutato dagli uomini della Digos. Ieri Brugnaro ha espresso solidarietà alla Municipalità, oggetto delle scritte. E alla domanda se, con il senno di poi, rifarebbe quella battuta dal palco del meeting di Cl ha risposto: «È una domanda che rischia di portare ad altre polemiche e io ne voglio suscitare altre, dico solo che sto con la polizia». Ieri pomeriggio, nel corso del dibattito, il presidente della Municipalità non è stato tenero con Brugnaro: «O Brugnaro chiede scusa e dà un messaggio di fratellanza ai musulmani, oppure gli chiederemo di dimettersi». Duri anche i Cinque Stelle. «Vogliamo che il sindaco aggiusti il tiro e rettifichi» ha detto a nome del gruppo consigliare comunale Elena La Rocca «Chiarendo quello che ha detto e soprattutto specificando che era diretto contro il terrorismo e non contro i musulmani».


Anche il consigliere Rocco Fiano (Lista Casson) era presente per testimoniare la disapprovazione per l’uscita del sindaco. Dibattito vivace anche se alla fine il consiglio non c’è stato per mancanza del numero legale e si è proceduto con chi è rimasto a parlare delle dichiarazioni del sindaco e delle scritte sul muro. La discussione è iniziata in maniera molto accesa. In origine infatti la seduta era per un parere urbanistico. Era stato chiesto di spostare la data perché molti erano in ferie, cosa che non si è potuta fare con il risultato che per la maggioranza c’erano quattro persone (una arrivata dopo) e per la minoranza dieci, quindi senza numero legale (15). Martini ha letto numerosi messaggi inviati contro le esternazioni del sindaco, ma il consigliere comunale Giovanni Giusto gli ha replicato che non avevano forza perché non c’erano i presenti. Giusto ha difeso il sindaco: « voleva colpire solo la feccia che uccide senza motivo». «La scritta può essere offensiva per una persona di fede musulmana» ha detto il consigliere Odeh Yaser in merito all’atto vandalico, «bisogna stare attenti a non dare spazio e peso a queste forme di ignoranza».


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