Scritte inneggianti le Br sui muri della biblioteca

E’ la terza volta dall’inizio dell’anno, sarà installata una telecamera attiva 24 ore su 24
«Compagni liberi». «Il Gramigna non si tocca». «La solidarietà è un’arma, compagni liberi». «Libertà per i rivoluzionari prigionieri». «Falce e martello accanto alla stella a cinque punte». Queste le scritte e le immagini, vergate in nero e in rosso, che deturpano la biblioteca civica di via Miranese. Slogan pro-Br che compaiono, all’ingresso della biblioteca, per la terza volta dall’inizio dell’anno. Con l’obiettivo di prevenire e disincentivare gli autori delle scritte sarà presto installata una telecamera. A pochi giorni dal ritrovamento sul muro del sottopasso ciclabile di via Ulloa della falce e martello con stella a 5 punte accanto alla frase «Giù le mani dal Tfr» altre scritte inneggianti agli arrestati padovani e al mondo del brigatismo. Il muretto in pietra faccia vista sulla destra è irrimediabilmente deturpato dalle scritte «La solidarietà è un’arma. Compagni liberi» in rosso, e dall’appello «Libertà per i rivoluzionari prigionieri» in nero. Falce e martello e stella a cinque punte firmano i deliranti appelli. Sulla facciata della biblioteca campeggia l’avvertimento «Il Gramigna non si tocca - Compagni liberi».


Alla base di una gradinata l’invito «Tutti a Padova il 23.06.07» con la stella a cinque punte. Un altro segno indiscutibile della solidarietà nei confronti dei «compagni arrestati» dato che il 23 giugno nella città del Santo era in programma il corteo pro-Br. Le scritte resteranno visibili ancora per qualche giorno. La direzione della biblioteca civica ha deciso di acquistare una telecamera che sarà collegata 24 ore su 24 con il sito dell’ente e le cui immagini, pur nel rispetto della privacy, potranno comunque essere messe a disposizione delle forze dell’ordine. L’occhio elettronico sarà installato nei prossimi giorni: una volta messo in funzione saranno ripulite le scritte che deturpano la facciata della biblioteca. Della vicenda si sono interessati in un primo momento i carabinieri; quindi la Digos. All’inizio dell’anno era stato uno studente a chiamare i militari dell’Arma per denunciare la presenza di manifesti inneggianti ai brigatisti. I manifesti erano stati strappati. E alla vicenda non era stata data alcuna pubblicità.


A marzo le scritte erano ricomparse: esprimevano solidarietà ai brigatisti padovani arrestati il 12 febbraio. Quindi gli ultimi sfregi. Quelli che hanno spinto la direzione della biblioteca a decidere l’acquisto di una telecamera. Per tutelare l’immagine e la pulizia di un bene pubblico: pulire le scritte costa, ogni volta. E per disincentivare chi solidarizza con il mondo delle Br deturpando beni pubblici. I sentimenti degli utenti della biblioteca spaziano dallo sdegno all’indifferenza. A chi nei mesi scorsi aveva affisso i manifesti (di cui rimane qualche traccia sulla facciata) qualche studente aveva risposto con un insulto. Altri, con un più spiccato senso pratico, avevano rivolto ai fiancheggiatori delle Br il classico invito che i tifosi riservano ai loro beniamini caduti in disgrazia: «Andate a lavorare».
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