Scritta araba, filmati i responsabili

La verità dalle telecamere di piazza San Marco. Le indagini della Digos
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 07.01.2017.- Impalcatura Marciana.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 07.01.2017.- Impalcatura Marciana.

Dalle telecamere di piazza San Marco e dell’area Marciana la verità sulla scritta in arabo Allah Akbar fatta da qualcuno sull’impalcatura davanti alla biblioteca Marciana. Telecamere che avrebbero immortalato i responsabili. La Digos sta ultimando la visione dei video fatti nella notte in cui sarebbero state fatte le scritte in vernice bianca sull’impalcatura montata per sistemare la facciata della Biblioteca Marciana. Il lavoro è stato lungo, perché non era chiaro il giorno o la notte in cui era stata realizzata la scritta. Nei prossimi giorni sarà più chiaro il quadro.

Allah Akbar (Allah è il più grande) è la scritta scoperta la scorsa settimana ed evidentemente fatta per provocazione. Sull’episodio indagano gli agenti della Digos. La scritta è stata tolta. A individuarla sono stati due turisti nordafricani che conoscono l’arabo. Una volta notate le parole in arabo e averle lette, hanno ritenuto anche loro che il posto fosse inusuale per apporre quei caratteri. A quel punto hanno deciso di recarsi nel vicino posto di polizia interforze per segnalare quando scoperto. Hanno incontrato una pattuglia della polizia locale che una volta accertata l’esistenza ha avvisato la Digos.

La preoccupazione non è tanto per il significato di quelle parole che non sono certamente una minaccia. Infatti Allah Akbar è una delle frasi che un fedele musulmano ripete più volte nella sua giornata. Anche se ora, purtroppo, è diventata tristemente famosa perché la ripetono prima e durante gli attentati i vari terroristi che compiono le stragi in nome dell’integralismo musulmano. La questione che interessa la Digos è capire chi l’ha fatta e perché. Tra le altre cose in una zona che dovrebbe essere tra le più sorvegliate, se non la più sorvegliata, della città. Si tratta di pura provocazione? Oppure è una goliardata da parte di qualche studente di arabo? O la scritta deve servire per realizzare dei fotomontaggi da far circolare in rete a scopo di propaganda? Per il momento nessuna ipotesi viene scartata.

Non sarebbe la prima volta che luoghi simbolo del nostro Paese vengono usati, da gruppi terroristici o da singoli collegati all’Is, per creare fotomontaggi di propaganda che poi circolano in rete. Da ricordare le bandiere dello Stato Islamico che apparivano a Roma oppure a Milano. Puri fotomontaggi. Per non parlare delle foto che ritraevano dei combattenti dell’Is davanti a insegne stradali di paesi e città italiani.

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