Scoutismo sandonatese in un libro e 800 foto

Teatro Don Bosco gremito ieri per la presentazione del libro “Storia dello scautismo sandonatese dalle origini ai nostri giorni”, a cura di don Guerrino Bordignon, Gianfranco Cereser, Maria Clara...
SAN DONA' DI P. - DINO TOMMASELLA - COLUCCI - libro 90 anni scautismo sandonatese - gli autori da sx Don Guerrino Bordignon, Luciano Serrra, Carla Maschietto, Gianfranco Cereser
SAN DONA' DI P. - DINO TOMMASELLA - COLUCCI - libro 90 anni scautismo sandonatese - gli autori da sx Don Guerrino Bordignon, Luciano Serrra, Carla Maschietto, Gianfranco Cereser

Teatro Don Bosco gremito ieri per la presentazione del libro “Storia dello scautismo sandonatese dalle origini ai nostri giorni”, a cura di don Guerrino Bordignon, Gianfranco Cereser, Maria Clara Maschietto e Luciano Serra. In platea non mancava nessuno: dal sindaco Andrea Cereser, fedelissimo scout come tutti i suoi famigliari, ai giovani dei quattro gruppi parrocchiali, dagli adulti appartenenti a Masci e Foulard Bianchi ad altri ancora “più maturi”. Attraverso ottocento foto e molte testimonianze, l’opera ripercorre novant’anni di scoutismo.

Dopo la messa, ha aperto la presentazione il Magister in carica, Sergia, moglie di Gianni Salmaso, scomparso pochi mesi fa, a cui va il merito dell’idea del libro e dell’individuazione delle persone cui affidare il lavoro di ricerca, durato poi quattro anni. Insieme a Luciano Serra, Gianfranco Cereser, ha condiviso con i presenti alcuni documenti storici, lasciando intendere come dal primo giuramento avvenuto nel 1922 alla rinascita del ’45, passando attraverso la sospensione del periodo fascista, le vicende dello scoutismo sandonatese siano sempre state indissolubilmente legate ai nomi di monsignor Saretta, Celestino Bastianetto - già Ragazzo del ’99, poi deputato dell’Assemblea Costituente e senatore della neonata Repubblica - e Artuto Rizzo, partigiano della Resistenza.

Maria Clara Maschietto, capo reparto Agi dal ’57 al ’64, ha invece raccontato la storia delle guide, nate nel ’47 su iniziativa di Lucia Bastianetto, figlia di Celestino, che ospitava il gruppo in un pollaio, essendo all’epoca l’Oratorio don Bosco precluso alle donne. Il compito di evocare i ricordi più esilaranti è toccato a don Guerrino Bordignon, “lo psicologo con gli scarponi malato di aneddoti” come lo ha definito Luciano Serra, che ha chiuso il suo intervento invitando tutti a “non relegare lo scoutismo nella polvere delle cose dimenticate e a lasciare che esso ci aiuti nella difficile relazione educativa”.

Alessia Pavan

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