Scout vestiti da Babbo Natale scambiati per ladri e allontanati
MIRANO. Attenti sì, ma a volte il troppo storpia. Ovvero, quando la sorveglianza del quartiere viene fatta nel modo sbagliato.
Nel pieno dello scontro tra Controllo di vicinato e comitato “Campocroce Sicura” sulle miglior modalità per essere cittadini attenti a ciò che accade intorno, emergono episodi di presidio civico del territorio letteralmente sfuggiti di mano. Accade sempre più spesso. Nei giorni precedenti il Natale, ad esempio, nel Miranese, si era diffusa un’ingiustificata psicosi Babbi-ladri. Qualcuno aveva segnalato su Facebook tre individui vestiti da Babbo Natale che passavano in rassegna le case rubando e rapinando. Furono allertati anche i carabinieri, ma in caserma non arrivò mai alcuna denuncia di rapina o furto messo a segno da soggetti vestiti con giubba e cappello rosso. Pochi giorni dopo, alcuni scout erano in strada per portare doni e un po’ di calore in queste feste a poveri e anziani soli in casa: accade ogni anno, ma quest’anno i volontari sono stati presi di mira da residenti un po’ troppo sospettosi, arrivati al punto di minacciare i ragazzi di chiamare i carabinieri. È successo a Mirano, frazione di Ballò: gli scout, vestiti da Babbi, stavano consegnando i pacchi ad alcuni bisognosi del paese, in accordo con i servizi sociali del Comune. Non trovavano però uno degli appartamenti della lista di destinatari: hanno così cercato il civico a cui lasciare i doni, andando su e giù per la via un paio di volte e questo ha messo in allarme qualche residente che i giorni prima aveva letto su Facebook dei presunti Babbi-ladri.
La voce nel paese si è diffusa più in fretta dei pacchi da portare e quando i volontari sono entrati in un negozio del centro per chiedere informazioni, i giovani sono stati mandati via in malo modo, con la minaccia di chiamare i carabinieri se non avessero lasciato subito il paese. Non sembra essere un caso isolato: a Veternigo una ragazza è stata apostrofata in malo modo da un residente nei giorni scorsi, perché a suo dire stava guardando dentro le case di sera, nella zona di via Alfieri, bardata di tutto punto per non farsi riconoscere. Ma stava solo facendo jogging e si era fermata per una sosta a bordo strada. Ormai sono all’ordine del giorno anche auto “sospette”, fotografate e messe su Facebook con tanto di targa. Passeggiare insomma sta diventando scomodo. Per l’associazione Controllo di vicinato è la conferma che nulla va improvvisato e che non basta solo buttare l’occhio sulla via e condividere con il mondo social un semplice sospetto: «Lo scopo del programma», spiegano, «è prima di tutto recuperare la coesione sociale tra residenti, secondo, favorire il dialogo con le forze dell’ordine per qualificare le segnalazioni. Terzo, eliminare le proprie vulnerabilità, a cominciare dal rendere la propria casa un luogo difficile da colpire».
Filippo De Gaspari
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia