Scotland Yard: «Ucciso per uno sgarro»

Gli inquirenti seguono la pista malavitosa, il fratello di Sebastiano Magnanini si ribella: «Uno spirito libero, non un bandito»
Di Carlo Mion

Scotland Yard batte la pista del “pacco” tirato a qualcuno per risalire a chi e perché ha ucciso in maniera brutale Sebastiano Magnanini, 46 anni, il veneziano di Cannaregio il cui corpo è stato trovato in un canale di Londra. Chi lo ha ucciso ha compiuto una vera e propria esecuzione e per disfarsi del cadavere lo ha legato ad un carrello della spesa riempito di pesi perché rimanesse a fondo. Il 24 settembre un passante che camminava lungo le sponde del Regent’s Canal ha visto un corpo galleggiare. Ripescato lunedì scorso attraverso le impronte digitali la polizia lo ha identificato. L’ultima immagine di lui vivo e di cui è in possesso la polizia lo ritrae al “Shakespeare Pub”, vicino a Victoria Station. Magnanini ha raggiunto il locale, in centro a Londra, alle 16.10 del 22 settembre, dopo essere uscito dal lavoro di carpentiere. A quell’ora viene ripreso dal sistema di telecamere a circuito chiuso del pub.

Ieri Matteo Magnanini, fratello di Sebastiano, ha detto al giornale serale Evening Standard: «La stampa lo sta descrivendo come un criminale, basandosi puramente sul suo passato. Ma mio fratello era uno spirito libero romantico che ha vissuto la sua vita pienamente, in cerca di pace e per tutti coloro che lo conoscevano era una persona unica e molto speciale, sempre a tifare per qualcuno e per rendere loro la giornata indimenticabile. Era più che altro e solamente un abile falegname. Si può capire da quello che i suoi amici dicono in suo onore che era una persona davvero speciale. Per quanto ne sappiamo, mio fratello era pulito, grande lavoratore e non coinvolto in attività criminali».

Tyron Rickson, un amico di Sebastiano Magnanini, ha raccontato sempre al giornale inglese come Magnanini, conosciuto come “Seba”, ha lavorato nell’industria creativa, specializzandosi come falegname per costruire scenografie e oggetti di scena per teatri e compagnie di spettacoli.

Rickson ha spiegato: «Ho lavorato con lui in una squadra che ha realizzato diversi progetti. Era una grande persona, molto cordiale, ed era uno a cui piaceva la vita. È molto triste quello che è accaduto e non sappiamo che cosa è successo. Era un ottimo e qualificato carpentiere e amava quello che faceva».

Secondo quanto hanno riferito gli amici, Magnanini si trasferì nel sud-est asiatico all’incirca cinque anni fa, dicendo agli stessi che viveva insegnando l’inglese e viaggiava seguendo la pista hippie. Ha vissuto in Cambogia e Thailandia, prima di tornare a Londra lo scorso anno. Nel luglio scorso ha preso in affitto una casa in provincia di Belluno, qui è stato denunciato dai carabinieri perché trovato in possesso di qualche pianta di marijuana.

Il proprietario di una società di eventi con sede a Acton, per il quale Magnanini aveva lavorato come libero professionista per diversi anni prima di partire, ha dichiarato all’Evening Standard: «Era un ragazzo appassionato, laborioso e creativo. Era sempre molto allegro e non si lamentava di nulla. Gli piaceva essere parte della squadra e del processo creativo. Era molto appassionato di arte e interessato a qualsiasi cosa di artistico».

«Nell'esprimere le sue opinioni dimostrava di avere sempre molte conoscenze», conclude l’amico impresario, «Non sapevo che fosse tornato a Londra e sono mortificato nel scoprire cosa gli è successo. L'uomo che conoscevo non era certo un gangster. Era un bravo ragazzo».

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