Scossone di Cacciari sulle elezioni: bocciati Bugliesi e Bettin. «Meglio una donna»

MESTRE. «No alle minestre riscaldate, no a un nome che puzzi di vecchio. Serve una persona che non appartenga ai precedenti apparati. Una figura autorevole che si sia fatta conoscere per le sue battaglie sull’ambiente, a cui stia a cuore il tema dell'ecologia e che sappia parlare ai nuovi elettori: "sardine", "gretini" e 5 Stelle delusi».
Massimo Cacciari, avvolto dal tradizionale loden, ha consegnato il suo profilo ideale del candidato da oppore al sindaco uscente Luigi Brugnaro ieri mattina durante una riunione a Mestre, promossa dal deputato dem Nicola Pellicani. La sala era quella del Negozio via Piave 67, l’eloquio abituale, infarcito dalle appassionate esclamazioni per le quali è noto. Una manciata di minuti destinati a scuotere un centrosinistra che appare ancora indeciso sulla strada da intraprendere, a pochi mesi dalle elezioni. Anche perchè Cacciari accusa il Pd di «non avere una direzione».
L’ex sindaco e filosofo fa così piazza pulita dei due nomi principali circolati nel campo del centrosinistra in questi ultimi mesi: il presidente della municipalità di Marghera Gianfranco Bettin e il rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi. «Puzza di passato» il primo, è espressione di una élite il secondo.
«Non è questione di età, ma se il candidato è giovane e donna sarebbe meglio» le parole di Cacciari che sembrano alludere ad Alessandra Taverna, già presidente dell'istituzione Parco della laguna, professionista membro della direzione nazionale del Pd. Un endorsement implicitamente confermato dalla sua presenza in sala, insieme a personaggi della società civile come Renzo Guolo, Daniele Giordano, Daniele Camuccio, Alfio Pini ed altri.
«No all’accademico professionista. Serve un personaggio di contrapposizione forte a Brugnaro, che rappresenti la città» la posizione di Pellicani «È necessario trovare una candidatura unitaria fin dal primo turno - sostiene il deputato dem - Quanto alle primarie, non sono un totem ineliminabile. Ma non sono neanche da demonizzare in toto: possono essere uno strumento per mettere in connessione le diverse parti della città».
Una posizione che trova l’approvazione di Cacciari. «La decisione peggiore che il Pd possa fare è presentarsi alle elezioni con più di un nome» dice l’ex sindaco, che auspica un accordo unitario su un nome, ma che in caso contrario non esclude il ricorso alle primarie: «Ma solo se ogni candidato rappresenterà aree ben definite, come fu per Orsoni e Bettin. Non come accadde con Casson e Pellicani, che fu una sciagura. Ma la cosa più ragionevole è la ricerca di un candidato».
Un personaggio che sappia parlare agli elettori di domani. «Quando “sardine” e “gretini” andranno a votare, daranno la loro preferenza a un contenitore che non puzzi di vecchio. A una persona che abbia a cuore l’ecologia, che difenda l’ambiente. Supportato da una squadra che abbia le stesse caratteristiche, composta da persone che non abbiano ambizioni personali, ma che spingano nella stessa direzione. Se c’è ancora qualcuno del vecchio apparato con ambizioni personali, se ne stia a casa».
Ma la sfida è anche per gli elettori “di ieri”, delusi: «Se domani dovessimo andare al voto, secondo me il M5S otterrebbe il 5 per cento delle preferenze, il Pd deve cercare di conquistare quel 25 per cento di elettori delusi da Grillo e per farlo non può presentare nomi di partito con un passato - pesante o meno che sia - alle spalle». La partita non si esaurirà né in uno, né in due turni.
«Non si tratta di giocare per vincere. Ma ci sono vari modi per perdere. Il più sciagurato è stato l’ultimo: con il candidato sbagliato e la campagna elettorale sbagliata. Il candidato che perde - ha aggiunto Cacciari - deve diventare capo dell’opposizione e lavorare per vincere alle elezioni successive. Deve fare esattamente l’opposto della figura presentata dal Pd alle ultime comunali». Il riferimento è chiaramente a Felice Casson, sconfitto da Brugnaro. «Irresponsabilmente, non si è più visto dal giorno successivo ai risultati. Serve una persona responsabile». —
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