Scorzè, doloso l'incendio che ha devastato due capannoni: danni per un milione di euro

Trovata bombola di gas che non è esplosa. Colpita la ditta Michielan, attiva nell’edilizia. Due uomini ripresi dalle telecamere

SCORZÈ. Volevano andarci giù pesante e, a guardare bene, ci sono anche riusciti. In realtà volevano che fosse distrutto tutto, perché chi mette una bombola del gas mentre appicca le fiamme, non vuole fare altro. Su quest’ultimo aspetto qualcosa è andato storto ma nella loro azione, i malviventi hanno causato danni per almeno un milione di euro alla ditta Michielan di via Gallese 51 a Rio San Martino di Scorzè tra mezzi distrutti, strutture danneggiate e attrezzi divorati dal fuoco. Sul dolo non ci sono dubbi, sulle indagini si lavora ad ampio raggio ma si guarda con attenzione gli ambienti vicini alla famiglia. L’azienda è attiva dell’edilizia ed è inevitabile che qualcuno ce l’abbia con i titolari, Beniamino Michielan e i suoi figli. Già, ma chi?

L’episodio è avvenuto attorno alle 3 di venerdì mattina; dalle immagini delle telecamere acquisite dai carabinieri della locale caserma, si vedono due individui fuggire verso i campi, perché l’azienda si trova in campagna. I piromani si sono aperti un varco sul retro e si sono diretti verso i veicoli speciali, grandi camion usati da trasporto. Con un trapano hanno forato il serbatoio per estrarre il carburante, hanno cosparso le cabine e appiccato il fuoco. In mezzo ci hanno messo pure una bombola del gas per avere un effetto maggiore ma il piano non è andato a buon fine. Le fiamme, come succede in questi casi, hanno invece fatto il loro corso, iniziando a propagarsi con forza e in modo rapido, andando ad avvolgere altri mezzi e iniziando a invadere i due capannoni vicini.

Incendio a Scorzè presso la Ditta Michelan Scorzè ,17/04/2020 Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile
Incendio a Scorzè presso la Ditta Michelan Scorzè ,17/04/2020 Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile


In uno, hanno distrutto attrezzi, impianto elettrico, materiale da lavoro e altro. Nell’altro, i danni sono stati più circoscritti. Nel complesso, però, un muletto e due macchine speciali da 300 mila euro l’una sono andate a fuoco. Ne sarebbe andato arrosto un terzo ma il titolare Beniamino Michielan ha avuto il coraggio e la prontezza di salvarlo portandolo fuori. Sul resto ha potuto fare ben poco e i danni provocati da quanto successo ruotano attorno al milione di euro.

L’allarme è scattato quasi subito; un po’ perché i titolari abitano a fianco, un po’ perché altri vicini hanno sentito lo scoppio degli pneumatici che, raccontano, sembrava il botto provocato da un attentato. A quel punto, sono stati avvisati i vigili del fuoco, con squadre allertate da Mestre, Treviso e l’impiego dei volontari di Mirano. Hanno impiegato due autopompe, altrettante autobotti, un carro aria, l’autoscala e sedici operatori per spegnere le fiamme: compresa la messa in sicurezza, gli ultimi pompieri se ne sono andati via dopo mezzogiorno.

Sul posto anche i militari dell’Arma, oltre ai tecnici dell’Arpav e del consorzio di bonifica Acque Risorgive; del carburante, infatti, è finito lungo il Rio Desolino, che lo collega al fiume Dese, e sono stati messi dei salsicciotti assorbenti per contenere il combustibile. La sindaca Nais Marcon, arrivata con il suo vice Angelo Michielan, ha emesso un’ordinanza dove si vieta l’uso dell’acqua del Rio Desolino. Una parte dell’azienda è stata sequestrata. —


 

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