Scoppiò la borsa dell’acqua risarcita ragazza ustionata
Una ventunenne di Mirano aveva rimediato cicatrici dopo l’incidente a letto La perizia conferma il difetto di fabbricazione e l’azienda paga cinquemila euro
MIRANO. Scoppia la borsa dell’acqua calda e rimane ustionata mentre è a letto, ora una ragazza di Mirano ottiene il risarcimento di cinquemila euro: la boule infatti era difettosa. Protagonista, dieci mesi fa, una ventunenne miranese: per scaldarsi meglio, lo scorso 7 dicembre, aveva utilizzato a letto la classica borsa dell’acqua calda.
All’improvviso la boule in gomma era scoppiata e la ragazza si era procurata ustioni di primo e secondo grado su un’area estesa del corpo, in particolare al seno destro, alla coscia sinistra, al fianco, al tronco e al gluteo. La giovane si era subito rivolta al pronto soccorso di Mirano ed era poi stata sottoposta a numerose medicazioni. Ancora oggi continua a usare creme riparatrici, non potrà prendere il sole a lungo e, soprattutto, oltre alla sofferenze fisiche, l’infortunio le ha lasciato brutte cicatrici.
Per ottenere giustizia, la ventunenne, attraverso la consulente personale Elisa Sette, si è rivolta allo Studio 3A, che ha potuto appurare come nulla si potesse imputare al rivenditore, né alla ragazza, che aveva seguito alla lettera le istruzioni d’utilizzo: riempiendo la boule di acqua calda a poco meno di tre quarti, facendo uscire l’aria prima di chiudere il tappo e verificandone la tenuta capovolgendo la borsa. La malcapitata, peraltro, al momento dell’infortunio, non stava premendo la borsa contro il corpo e indossava canottiera, pigiama e una felpa.
Lo Studio 3A ha dunque chiesto lumi alla ditta costruttrice, che però ha negato qualsiasi responsabilità. Di qui la decisione di incaricare un tecnico per analizzare la borsa incriminata, che la proprietaria ha ovviamente conservato.
L’esperto ha verificato come l’oggetto presentasse uno squarcio sulla quasi totalità del lato sinistro, lungo la cucitura, cioè una delle zone termicamente più sollecitate durante la costruzione. Un guasto già verificatosi per borse in gomma naturale di questo tipo e anche della stessa marca, che possono subire uno stress termico al momento dello stampaggio e della saldatura. Di fronte a questa perizia e dopo aver visionato loro stessi la borsa, i tecnici della ditta hanno ammesso il difetto di fabbrica: l’azienda ha cambiato atteggiamento, dando la propria disponibilità a risolvere in via stragiudiziale il contenzioso ed è stato raggiunto un accordo con la danneggiata che in questi giorni ha ricevuto un risarcimento di oltre cinquemila euro.
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