Scoperto laboratorio delle carte di credito clonate

Arrestato il 14 novembre scorso mentre tentava di fare acquisti per 1.200 euro a Marghera, Casarin lavorava come receptionist in un hotel a Barcello0na e aveva sottratto decine di identità ai clienti

MESTRE. Il 14 novembre scorso i Carabinieri di Mestre avevano arrestato Francesco Casarin, 32 anni, mentre stava usando una carta di credito clonata per fare acquisti al supermercato Panorama/Sme di Marghera, spese per un valore di 12mila euro. Controllato dai militari, appena concluso l'acquisto di un tablet, si era scagliato contro di loro per evitare il controllo. Immobilizzato, era stato arrestato insieme a un complice rumeno. Sulla sua autovettura venivano rinvenuti altri documenti falsi e decine di carte donate.

Gli accertamenti svolti nell'immediatezza, consentivano di appurare come l'italiano fosse "la mente" che si occupava dell'acquisto di merce con le carte di credito donate, mentre il complice rumeno attendeva al di fuori degli esercizi commerciali la merce che di volta in volta veniva caricata nel proprio furgone nel momento in cui erano terminati gli acquisti illeciti.

Nelle indagini seguenti si scopriva che Casarin lavorava in Spagna come "receptionist" di un prestigioso albergo di Barcellona, situato sulla centralissima "Rambla de Catalunya".

Il primo accertamento sul luogo di lavoro consentiva di recuperare in un armadietto nella sua disponibilità 3 skimmer utilizzati per donare le carte di credito dei clienti oltre un centinaio di documenti falsi, sia formato cartaceo che magnetico, italiani e spagnoli, decine di timbri in umido, certificati di residenza falsi e centinaia di fotografie formato tessera pronte per essere inserite in documenti "in bianco" .

In particolare, venivano rinvenute ben 27 (ventisette) identità false riportate in altrettanti diversi documenti tutti riportanti l'effige di Casarin che aveva anche predisposto ben quattro buste contenenti ognuna un'identità diversa; nella busta vi era inserita una patente, due carte d'identità, cartacea e magnetica, un permesso di soggiorno spagnolo per stranieri, una carta di credito, un libretto di risparmio ed un conto corrente, il tutto riconducibile ad una precisa identità falsa, con fotografia di Casarin, nonché telefono cellulare e sim card spagnola dedicata.

Alla reception dell'Hotel infine si accertava che i reali intestatari di quasi tutte le carte di credito clonate avevano soggiornato in quell'albergo negli anni passati, mentre ad almeno tre persone italiane era stata donata l'identità, la residenza ed anche il documento.

Tra queste figura l'identità di cui il Casarin si era servito per viaggiare da Barcellona all'Italia nei giorni antecedenti al suo arresto avendo avuto l'astuzia di scegliere una persona la cui età e caratteristiche fisiche gli fossero molto similari.

Le attività svolte successivamente, consentiva di giungere alla perquisizione dell' effettivo domicilio dell'italiano nella città catalana, dove aveva in pratica costituito un vero e proprio laboratorio con tutto il necessario per la stampa delle carte di credito (stampanti, documenti d'identità italiani in bianco etc.), altre 80 carte di credito donate già nascoste in un vano ricavato all'interno di un libro al fine di facilitarne il trasporto e l'occultamento.

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