Scoperti i writers di Rialto cinquanta le “opere” contestate

Si tratta di uno studente veneziano e di due pordenonesi. Sospetti anche su altri trecento imbrattamenti fatti su monumenti e vagoni ferroviari. Immagini trovate dai vigili urbani su computer, telefonini e album fotografici.

VENEZIA. Tre writers sono stati scoperti e denunciati dopo un’indagine durata alcuni mesi dalla polizia municipale di Venezia. I tre, in arte “Squon”, “Gafuck” e “Zetaerre” (quest'ultimo membro del gruppo Dcs), hanno imbrattato per mesi il centro storico sul Ponte di Rialto, in zona Ponte dei Miracoli e sulle chiese di San Simeon Grande e San Simeon Piccolo, Santa Fosca e San Cassiano.

“Squon” lasciando la sua “tag” un muso di gatto, “Gafuck” con un “orecchio meccanico”, e “Zetaerre” con la sua sigla. I tre - due sono di Pordenone, e uno è veneziano - sono stati individuati grazie alla ricerca in internet della pubblicità delle loro “opere”. Nel corso delle successive perquisizioni la polizia municipale ha sequestrato centinaia di bombolette spray, erogatori, computer e un telefono cellulare dove uno dei “graffitari” aveva immortalato un’opera appena realizzata. Dei tre, uno è un operaio, uno è uno studente di buona famiglia mentre il terzo, un 35enne, è il titolare di una serigrafia che gli serviva anche per vendere oggettistica legata al suo marchio “il gatto”.

Per i tre l’ipotesi di reato è danneggiamento continuato e il Comune di Venezia ha annunciato che in sede giudiziaria sarà parte civile per il risarcimento del danno. Contestati ai vandali una cinquantina di imbrattamenti. Mentre nelle foto sequestrate nei loro compurter e negli album personali i tre sono ritratti davanti ad altre “opere” seseguite soprattutto su vagoni ferroviari. Si tratta di almeno altri trecento episodi.

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