Scoperta la raffineria della droga killer

Trovati 30 chili di eroina, parte dei quali spacciati anche a Mestre. Sequestrate centrifughe per il taglio e presse a caldo
Agenzia Candussi giornalista Furlan. Zone di degrado tra aree "del buco", sporcizia, rifiuti tossici e orti abusivi tra la Cita e la stazione a Marghera
Agenzia Candussi giornalista Furlan. Zone di degrado tra aree "del buco", sporcizia, rifiuti tossici e orti abusivi tra la Cita e la stazione a Marghera

MESTRE. Troppi morti per overdose in seguito a stupefacente tagliato male o di pessima qualità. Sette morti tra Padova (3) e Mestre (4), solo da inizio anno. I carabinieri hanno intensificato i controlli, inseguendo i pusher sperando di avere quel pizzico di fortuna che anche nelle indagini meglio organizzate serve. Quando hanno notato Armando Ahmeti e Saimir Gripshi confabulare assieme ad una terza persona e poi andare via assieme, ai carabinieri si è accesa una luce. Li conoscevano entrambi visto che, seppur in differenti occasioni, erano già stati arrestati dai carabinieri del comando Provinciale di Padova proprio per reati attinenti gli stupefacenti, per cui la coincidenza di trovarli insieme ha fatto scattare una stretta attività di controllo sui due che in poche ore ha portato ad individuare la raffineria nelle campagne della frazione di “Rampazzo”, del comune di Camisano Vicentino ai confini tra le Province di Padova e Vicenza.

Mestre capitale delle morti per overdose


L’eroina sequestrata, 30 chili ha un valore al dettaglio che può arrivare fino a 1,8 milioni di euro. Il dato non può che essere approssimativo visto che bisogna vedere quanto viene tagliata. Spesso lo si fa con derivati della stricnina. Gli investigatori sono convinti che lo stupefacente fosse destinato a rifornire in primis il mercato padovano ma anche quello veneziano. Nel 2017 sono stati sequestrati oltre 200 chili di stupefacente, 196 le persone arrestate e 168 quelle denunciate in stato di libertà; 360 i delitti con autori noti. Una larga fetta dello spaccio a Padova, ma anche a Mestre, viene gestita dai nigeriani e dai tunisini. Questo ultimi si appoggiano anche a referenti o bande albanesi e questo sequestro, uno dei più ingenti degli ultimi anni, potrebbe seguire proprio questa dinamica. Anche se le indagini non sono terminate e mirano a scoprire da chi i due albanesi avessero ricevuto la droga e a chi fosse destinata.

L’attività posta in essere dall’Arma sta vedendo l’interazione di diverse componenti operative: personale in uniforme delle stazione, dei radiomobili e della compagnia di Intervento operativo ha intensificato i controlli nei luoghi di aggregazione e in quelle aree in cui sono soliti ritrovarsi i tossicodipendenti per approvvigionarsi di stupefacente; particolarmente controllate la stazione ferroviaria e le aree limitrofe, il quartiere Stanga, il Portello ed alcune zone del centro. Di contro gli investigatori in borghese hanno effettuato una discreta attività di osservazione identificando obiettivi da monitorare e colpendo nel momento opportuno. Nel casale di Camisano a poche centinaia di metri dal confine padovano c’era una vera e propria raffineria dove sono stati sequestrati sia centrifughe per realizzare il taglio dello stupefacente sia presse a caldo per il confezionamento. I panetti appena confezionati venivano nascosti nel doppio fondo di un divano. Tutto era organizzato al meglio. Nessuno dei vicini di casa sospettava nulla.
 

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