Scontro sulle riforme. Finozzi: «Faremo esprimere i cittadini»

Il presidente della commissione regionale: ci sarà il dibattito, ascolteremo tutti, ma alla fine sarà il Consiglio a decidere
nterpress/Mazzega Venezia 29.06.2015.- Giunta Regionale. Palazzo Ferro Fini.
nterpress/Mazzega Venezia 29.06.2015.- Giunta Regionale. Palazzo Ferro Fini.

VENEZIA. «Siamo determinati ad andare fino in fondo e dare la possibilità ai cittadini di esprimersi anche se non è la prima volta, al di là dei pareri dei singoli esperti e di Brugnaro». Marino Finozzi, presidente della commissione regionale Politiche istituzionali, interviene sulla diatriba "referendum sì" "referendum no" e sulle ultime esternazioni del sindaco Luigi Brugnaro, il quale, forte di un parere del Dipartimento affari regionali della Presidenza del Consiglio dei ministri, ribadisce la sua volontà di mettere un bel punto e a capo in merito alla divisione dei comuni, contro la quale si è scagliato più volte.

«È legittimo che un sindaco non veda di buon occhio la divisione del territorio che amministra» osserva Finozzi «Brugnaro fa la sua parte, ma la situazione oggi è diversa da quella di dieci anni fa». I problemi del centro storico e quelli della terraferma, fa capire, sono differenti. E d'altro canto Brugnaro, si lascia sfuggire Finozzi «ha mire, come dire, espansionistiche».

BELLUCO.RIUNIONE ASS.REG.FINOZZI E ASS.ALBERGATORI ABANO.ass regionale finozzi
BELLUCO.RIUNIONE ASS.REG.FINOZZI E ASS.ALBERGATORI ABANO.ass regionale finozzi

Due proposte. Da presidente di commissione Finozzi ha un solo obiettivo: portare la materia in Consiglio e rispettare la normativa. «Attualmente», ricapitola, «ci sono due proposte di legge: quella di iniziativa popolare con la divisione in due comuni, e quella di iniziativa regionale che ne propone tre: Venezia, Mestre e Marghera. All'inizio avevamo tenuto ferma la seconda perché sembrava che l'orientamento fosse sulla prima. Pertanto abbiamo chiesto il parere della Città metropolitana sulla divisione in due comuni. La Città metropolitana ci ha mandato le sue considerazioni, non un parere vero e proprio, quindi abbiamo chiesto un parere sulla seconda proposta, tenendo conto delle osservazioni fatte».

Iter macchinoso. «Il meccanismo è macchinoso, ma noi superiamo il concetto che sia il Comune di Venezia a dover dare un parere sulla sua divisione interna» precisa Finozzi «È la Città metropolitana che deve esprimersi su una riorganizzazione diversa del proprio territorio, quindi la competenza è in capo alla Regione, perché decide un soggetto di livello superiore». Chiarisce: «Siamo di fronte a una situazione di sovrapposizione tra la legge ordinaria e la Delrio, che dicono cose diverse l'una dall'altra. La commissione non ha potere decisionale, predispone la pratica perché possa essere discussa: io ho l'obbligo di portare in Consiglio entrambe le proposte, quella di iniziativa popolare che deve rimare tale e quale, e quella regionale che può essere modificata».

Dibattito e audizioni. «Ottenuto il parere su entrambe apriremo il dibattito e inizieremo con le audizioni» prosegue Finozzi «inviteremo il sindaco della Città metropolitana, i soggetti utili, i promotori, dopodiché i due provvedimenti andranno in Consiglio». Ora si sta discutendo la riforma delle Asl, poi ci sono le ferie e di seguito toccherà all'autonomia, presumibilmente a settembre. «Sarà il Consiglio a decidere e ricordo che l'esito del referendum non è vincolante».

Doppia veste. «Da politico» precisa Finozzi «ritengo che sia interesse di Venezia avere la sua identità, di Mestre terraferma ottenere un'autonomia rispetto al condizionamento che Venezia adduce per le proprie caratteristiche: se domani mi fosse chiesto, sarei favorevole».

«Come presidente di commissione» conclude «devo fare in modo che il Consiglio si possa esprimere in autonomia, e non mi fermo di fronte a Brugnaro. Poi è la Corte costituzionale che deve dire se una legge regionale è legittima o meno, e se la vuole impugnare comunque, al di là dei pareri di singoli esperti».

 

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