Scontrino da salasso a Venezia: cappuccino a 5 euro
VENEZIA. Tre caffé macchiati a 3 euro ciascuno, due cappuccini costano 10 euro, tre brioches vuote e due ripiene (una alla marmellata e l’altra alla crema), 2 euro e 80 cadauna. Tutto servito ai clienti seduti nel plateatico del bar “Da Gino” in zona Accademia. Totale per la colazione: 33 euro (in foto lo scontrino).
Lo scontrino (a raccogliere le ordinazioni il curioso operatore “Varigola”) risale alla mattinata di venerdì ed è stato pubblicato sui social dal cliente che grida allo scandalo: «Come può un cappuccino da seduti costare 5 euro? Tra l’altro per ordinarlo sono dovuto andare al banco poiché non arrivavano a prendere l’ordine!», ha scritto il cliente sul social, Da notare infatti che non siamo in piazza San Marco, ma al baretto sottocasa.
«Il cameriere mi dice che non ho letto il menù. Beh, non è che per bere un cappuccino di solito si legge il menù». Nella memoria di tutti c’è ancora il caso dell’osteria “Da Luca”: quattro fiorentine, due bicchieri di vino e una frittura mista grande pagati 1.143 euro. Il caso in questione è tutt’altra cosa e gli importi messi nero su bianco nello scontrino sono nettamente inferiori. Ma è sintomo di una città dove i prezzi anche di un semplice cappuccino possono essere ben superiori alla media.
«C’è il listino prezzi e non obblighiamo nessuno a sedersi», taglia corto il proprietario del bar “Da Gino” che ha preso l’attività da qualche anno, «Al banco l’espresso costa 1,10. Prezzi così sono necessari per stare aperti e dare un servizio di qualità. Ci sono le materie prime di qualità, c’è il costo del plateatico, ci sono i camerieri da pagare, tutto personale competente».
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