Scontri tra tifoserie, la pm chiede 54 anni
VENEZIA. Da una parte la tifoseria del Venezia Calcio schierata nel gruppo “Gate 22” che faceva riferimento al Centro sociale Rivolta. Dall’altra i “Vecchi Ultrà” schierati a destra. «Due fazioni che hanno usato la politica per dare sfogo a istinti brutali e primitivi dentro e fuori allo stadio», ha detto la pm Lucia D’Alessandro nella sua lunga requisitoria, ieri pomeriggio davanti al tribunale collegiale presieduto da Irene Casol, ricordando l’escalation di violenza che caratterizzò i mesi da gennaio a ottobre 2012, culminati con il tentato omicidio di un tifoso dei “Vecchi Ultrà” da parte della fazione opposta. «Fatti di rilevantissima gravità», ha detto la pm che ha chiesto complessivamente condanne per 54 anni e mezzo a carico di 11 imputati. Assoluzione, seppur con la formula dubitativa, per gli altri 8.
La richiesta maggiore è stata quella a carico di Matteo Zangrando: 10 anni (con le attenuanti generiche, visto che da allora si è ravveduto) per lesioni, rissa, porto abusivo d’armi ma soprattutto per il tentato omicidio di Andrea Miglioranzi, il 21 ottobre 2012 in piazzale Roma. Il giovane venne centrato con una martellata alla testa che gli provocò la frattura della teca cranica e un trauma cranico commotivo. «L’imputato ha ammesso che da qualche tempo usciva con un martello. Quel giorno, preso dal panico, lo ha tirato fuori. Non può essere stata legittima difesa perché di fronte aveva persone disarmate. È stato mosso da un animus di vendetta». Vendetta che affondava le radici negli episodi di gennaio. Il 22 in via Garibaldi, un gruppetto di tifosi del “Gate 22” venne alle mani con uno dei “Vecchi Ultrà”, colpendolo con pugni e aste di bandiera. Qualche sera dopo, il 31, la resa dei conti tra fazioni al Parco Bissuola a Mestre. «Una guerriglia urbana» l’aveva definita una teste sentita in aula, con sassaiole, esplosioni, persone con il volto coperto. Giacomo Zangrando, fratello di Matteo, venne colpito con un tirapugni al volto, compatibile con quello trovato nel corso della perquisizione a casa dei fratelli Miglioranzi assieme all’elenco dei componenti del “Gate 22”. Da allora ha il viso sfregiato. Poi l’episodio di piazzale Roma, del quale la Procura ha accusato anche Andrea Sartorato e Matteo Pavan, per i quali ha chiesto 9 anni di condanna in quanto «concorrenti morali». «Una scena dell’orrore», ha detto la pm, «I carabinieri sentiti come testi hanno raccontato che Andrea Miglioranzi aveva il cranio aperto, non era cosciente e giaceva in un lago di sangue». «L’uso di un’arma, la zona del corpo colpita, la forza, il comportamento del soggetto agente prima e dopo il fatto configurano il tentato omicidio», ha detto la pm sottolineando come sia sì stato dato un solo colpo dato alla cieca, ma usando la parte di ferro del martello (che non è mai stato trovato) che può uccidere.
Per la rissa al Parco Bissuola, la pm - basandosi anche sulle celle agganciate dai cellulari - ha chiesto tre anni a testa per Filippo Pirolli, Alessandro Simion, Mattia Bacci, Elia Baratella, Bruno Frison, Andrea Miglioranzi. Quattro anni e mezzo per Marco Miglioranzi, quattro per Andrea Vianello. Assoluzione per Enrico Agostini, Paolo Bolis, Guglielmo Dei Rossi, Matteo Pamio, Giacomo Zangrando. Infine chiesta l’assoluzione per l’aggressione in via Garibaldi per Emanuele Spinola, Alessandro Simion, Roberta Bocalon e Fabio De March. «Questo processo ha portato la pax tra tifoserie», ha sottolineato la pm. Ora parola alle difese, sentenza il 22 maggio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia