Scontri in stazione, chieste 29 condanne

Il pm Gava si è battuto per ottenere pene da un anno a quindici giorni per i giovani che manifestavano contro la Lega
Militanti antilega e forze dell'ordine si affrontano oggi pomeriggio, 17 settembre 2011 ai piedi del ponte degli Scalzi, nei pressi della stazione ferroviaria. ANSA/ANDREA MEROLA
Militanti antilega e forze dell'ordine si affrontano oggi pomeriggio, 17 settembre 2011 ai piedi del ponte degli Scalzi, nei pressi della stazione ferroviaria. ANSA/ANDREA MEROLA

Per gli scontri davanti alla stazione ferroviaria di Venezia tra i giovani dei Centri sociali, che contestavano la manifestazione della Lega Nord del 17 settembre di quattro anni fa, il pubblico ministero lagunare Giorgio Gava ha chiesto complessivamente undici anni e un mese di carcere per 29 imputati. La pena più pesante, un anno e un mese di reclusione, è stata chiesta per il trevigiano Fabio Tomaselli (35 anni); chiesti un anno e quindici giorni per Enrico Zulian (31, Venezia) e per Massimo Dittadi (40, Venezia); un anno per Francesco Carnevale (32, Mogliano), Tiziano Merelli (33, V enezia), Jacopo Povelato (23, Mestre); undici mesi per Davide Ettorre (32, Taranto) e Alvise Murazzi (22, Padova); nove mesi per Tommaso Cacciari (38, Venezia); otto mesi per Michele Valentini (39, Marghera); sei mesi per Giuseppe Caccia (47, Venezia); 30 giorni per Nicola Grigion (38, Padova), Alessandro Metz (47, Trieste) e Davide Mozzato (48, Venezia); 20 giorni per Beniamin Pavel (30, Marghera), Luca Bertolini (40, Padova), Fabio Burigana (57, Venezia) e Vilma Mazza (50, Padova); quindici giorni per Marco Baravalle (36, Venezia), Marta Canino (30, Venezia), Sofia Dabalà (23, Venezia), Roberta De Galasso (32, Venezia), Silvia Galla (57, Venezia), Olol Jackson (47, Vicenza), Gabriele Lamastra (43, Padova), Michael Melfi (31, Venezia), Nicholas Mongelli (26, Veenezia), Chrisitian Peverieri (36, Mestre), e Marco Scandurra ( 35, Venezia).

Stando alle accuse, Valentini e Cacciari sarebbero stati gli organizzatori della manifestazione che avrebbe dovuto rimanere nel piazzale della Stazione ferroviaria, invece i giovani avevano cercato di sfondare il cordone formato da poliziotti e carabinieri ai piedi del ponte degli Scalzi. Le forze dell’ordine, in particolare i poliziotti del Reparto mobile di Padova avevano utilizzato i manganelli e l’allora consigliere comunale Caccia era rimasto ferito alla testa ed era stato trasportato in ospedale. Stando al rappresentante della Procura, anche lui come Cacciari e Valentini aveva incitato i manifestanti a lanciarsi contro il cordone di poliziotti e carabinieri che impedivano il formarsi di un corteo. Caccia, invece, ha sempre sostenuto che stava nel mezzo, tra i manifestanti e le forze dell’ordine, cercando di riportare la calma.

I 29 imputati devono rispondere di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni (provocate dai petardi), manifestazione non autorizzata, istigazione a disobbedire alle leggi. A individuarli sarebbero stati gli uomini della Digos, che da più lati avevano filmato tutto il pomeriggio. «Quel giorno», aveva spiegato Caccia, «era stato applicato un divieto illegittimo di manifestare a cittadini per bene Una gestione dell'ordine pubblico sconsiderata, con elicotteri e un mezzo esercito mobilitato dal ministro leghista Maroni per impedirci di manifestare pacificamente. Alla fine l'unico ricoverato in ospedale sono stato io». On aula, ieri, hanno parlato anche gli avvocati dei poliziotti rimasti lievemente feriti che si sono costituiti parte civile. La prossima udienza tocca ai difensori.

Giorgio Cecchetti

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia