Scontri fra tifosi: condanna a 20 mesi per “Kaos” e altri due ultras del Venezia
Nel gennaio del 2017 aggredirono i supporter del Parma e rubarono loro le sciarpe prima di entrare al Penzo

VENEZIA. Rubarono le sciarpe ai rivali del Parma, tre tifosi del Venezia tra i quali il capo ultra Kaos condannati a 1 anno 8 mesi ciascuno per rapina e tentata rapina. Ieri mattina il giudice Gilberto Stigliano Messuti ha condannato, con rito abbreviato, Andrea Vianello detto Kaos, Mauro Scarpa e Luca D’Estro.
A Vianello, capo ultrà che proprio per quegli episodi del 30 gennaio 2017 venne sottoposto a un Daspo di cinque anni, veniva contestato anche un reato di lesioni. Un episodio dal quale però è stato assolto. Era accusato infatti anche di aver sbattuto la testa di un tifoso contro il muro nei pressi dello stadio Penzo ma, stando alla decisione del giudice, non c’è la conferma che l’autore di quella aggressione fosse proprio Vianello.
Riscontri che invece sono apparsi evidenti per ciò che riguarda i due episodi di rapina e tentata rapina di una sciarpa della squadra rivale. Il 30 gennaio del 2017 un gruppo di turisti del Parma, squadra dai colori gialloblu, era a passeggio per la città in attesa di assistere alla partita allo stadio Penzo di Sant’Elena.
Si trovavano In Strada Nuova quando vennero aggrediti da un gruppo di tifosi del Venezia, che aveva deciso di rubare loro le sciarpe.
Due settimane dopo i fatti, grazie alla visione dei filmati delle telecamere sparse in città, gli agenti della Digos erano riusciti a individuare una decina di ultras che avevano partecipato all’aggressione, individuando in Vianello, Scarpa e D’Estro i responsabili da un punto di vista penale. Gli imputati si sono sempre difesi sostenendo di aver trovato la sciarpa per terra. Vianello - questo il loro racconto - l’aveva presa in gestione in quanto capo ultras della curva, tutto qui.
Per questo il loro avvocato, Giovanni Adami, aveva chiesto l’assoluzione, contestando l’identificazione fatta dalla questura. Una versione però smentita dalla testimonianza di ambulante bengalese, titolare di un banchetto proprio lungo Strada Nuova, che ha riconosciuto i tre aggressori.
Tre le aggressioni accertate il 30 gennaio di quell’anno: due in Strada Nuova e una invece più vicina al Penzo. I tre però non sono stati riconosciuti dai tifosi del Parma, che hanno spiegato di non ricordare con precisione i volti di chi li aveva aggrediti. La posizione di un quarto imputato, meno grave, è stata infine stralciata e rinviata ad aprile dal giudice, in quando il tifoso ha chiesto e ottenuto di esser ammesso alla prova.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video