Scola: "Sul Rubygate l'episcopato italiano è coeso"

Intervista pubblica al Patriarca oggi a Venezia con il direttore di Repubblica Ezio Mauro
Angelo Scola e Ezio Mauro
Angelo Scola e Ezio Mauro
VENEZIA. ''L' Episcopato italiano è molto coeso'' quando deve dare giudizi su questioni dottrinarie e morali. Il patriarca di Venezia cardinale Angelo Scola ha risposto così ad una domanda del direttore di Repubblica Ezio Mauro sul "Rubygate".


''Mi permetta di non entrare direttamente sulla questione di cui tutti i giornali parlano e di cui tutti parliamo perché qualunque cosa dica sarebbe strumentalizzata -  ha detto il Patriarca durante l'intervista pubblica condotta oggi a Venezia dal direttore di "Repubblica" - Sono già intervenute persone più autorevoli di me e dopodomani interverranno altre persone più autorevoli, ma una cosa la posso dire: l'Episcopato italiano è molto coeso''.


''Non l'ho mai visto non trovare una unità - ha sottolineato il card. Scola ricordano la sua lunga esperienza di vescovo -  quando ha dovuto dare giudizi chiari su questioni dottrinarie e morali''. Un Episcopato coeso, ha ripetuto Scola, ''che, nel rispetto del proprio compito e senza alcune ingerenza sceglie di volta in volta i tempi e i modi attraverso i quali comunicare questi giudizi, che per noi sono sostanziali e di fondo, per orientare i fedeli -  ha sottolineato - e dare il proprio contributo alla vita buona della società''.


Stimolato da Ezio Mauro a intervenire sul tema del populismo e sulla tendenza a considerare le regole della democrazia ''inutili formalismi'' che fanno solo perdere tempo, il cardinale Scola detto che ''scavalcare le regole comuni è sempre  sbagliato'',  ma ha messo in guardia dal rischio che ''con l'acqua sporca del populismo si butti anche la società civile''.


''Dove la società civile viene meno la democrazia perde - ha sottolineato il Patriarca - soprattutto in Italia perché la ricchezza della società civile italiana è unica al mondo con la sua rete di associazioni e realtà di volontariato per anziani, immigrati e disabili e per la forza capillare, in una regione come il Veneto dell'impresa e dell'intrapresa''.


Il populismo - ha spiegato il cardinale - ''è la pretesa della politica di gestire la società civile, mentre il compito dell'autorità politica è quello di governare la società civile''. Il patriarca di Venezia ha poi parlato a lungo della società plurale, nella quale ''si incontrano e si scontrano visioni assai diverse''. E nella società plurale il compito della politica e del legislatore - ha affermato Scola - è quello di ''registrare la visione prevalente'', che in Italia è quella cristiana, ''nel rispetto di tutti''.


''Così il conflitto non si trasforma in uno stallo - ha spiegato il Patriarca - E' lo stallo infatti il rischio maggiore della crisi che stiamo passando. Una fase in cui 'l'anello' che viene dopo starà molto peggio di chi è venuto prima''. ''Stiamo rubando il futuro ai nostri giovani - ha concluso Scola - Questo è lo stallo''.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia