Scivola nel bagno della disco e si rompe una gamba: risarcita con 53 mila euro
SCORZÈ Scivola nell'antibagno della discoteca e si frattura due ossa della gamba: giovane cassiera di Scorzè fa causa al gestore del locale e il giudice le dà ragione, riconoscendole un risarcimento di 53.192,93 euro. I fatti risalgono al 19 gennaio 2013: S.L., allora ventisettenne, stava trascorrendo la nottata di divertimento con alcune amiche alla discoteca “Sugar Reef” di Piombino Dese, nel Padovano, che solo pochi mesi dopo, nella notte di Halloween, era andata completamente distrutta in un incendio. Tra balli scatenati e chiacchiere, ad un certo punto la giovane di Scorzè aveva lasciato la pista per andare in bagno in compagnia di un'amica. Ma nell'antibagno, l'incidente. S.L. era scivolata, finendo a terra in malo modo. Subito aveva sentito un gran dolore alla gamba: portata in pronto soccorso, le radiografie avevano evidenziato la frattura della tibia e del perone. Gli accertamenti e le testimonianze avevano permesso di verificare che la caduta era dipesa dalla presenza sul pavimento di un anomalo velo di acqua, urina e cocktail.
In seguito alla lesione, la giovane si era dovuta assentare dal posto di lavoro per 134 giorni tra ingessatura e riabilitazione, tenuto conto della sua mansione di commessa. Proprio per questo, S.L. si è rivolta all'avvocato Giorgio Caldera del Foro di Venezia per vedersi riconosciuti i danni patiti. Il legale ha avviato una causa di risarcimento dinnanzi al tribunale di Padova, chiamando in causa la responsabilità della società “Rio srl” che gestiva il locale da ballo. Nel corso del procedimento, la “Rio srl” è rimasta contumace.
Nei giorni scorsi è arrivata la sentenza del giudice Guido Marzella, della seconda sezione civile del tribunale patavino, che ha condannato il gestore, nonché responsabile, in quanto avrebbe dovuto prevenire il pericolo della caduta organizzando un idoneo servizio di pulizia, tenuto conto anche del notevole afflusso di clienti nella serata del sabato, ed eventualmente segnalando la pericolosità dello stato del pavimento che peraltro è risultato scarsamente illuminato. La “Rio srl”, dunque, avrebbe dovuto esercitare il potere di vigilanza che le competeva quale custode dell’immobile. Per questo la società è stata condannata a pagare alla danneggiata l’importo di 53.192,93 euro, oltre a interessi e spese di lite. L'ammontare del danno non patrimoniale è stato calcolato, come richiesto dall'avvocato Caldera, utilizzando i criteri elaborati dal tribunale di Milano e consentendo così alla ragazza di ottenere il risarcimento “personalizzato” al suo specifico caso.
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