Scivola e si frattura un femore dopo 19 anni riceve 300 mila euro
Era scivolata in un reparto dell’ipermercato Carrefour di Marcon: era nello stand delle verdure, che avevano sgocciolato e a terra c’era parecchia acqua. Si era fratturata una gamba e ora il giudice Manuele Bano del Tribunale di Venezia ha dato ragione al legale dell’esercente mestrina, l’avvocato Guido Simonetti, che aveva chiesto il risarcimento dei danni materiali e morali. Il magistrato ha stabilito che la società dovrà versare alla signora 200 mila euro, di cui 188 di danno non patrimoniale e 7500 di danno patrimoniale, più altri cento mila euro di interessi, visto che i fatti sono del 1995.
L’incidente avvenne il 30 ottobre 1995 alle 17 circa «allorché la signora, mentre si accingeva a prelevare un sacchetto di nylon dall’apposito distributore posto vicino al bando della verdura, è scivolata rovinosamente a terra a causa del pavimento bagnato, non segnalato dall’apposito cartello di avvertimento» si legge nella sentenza. L’esercente mestrina, che con il marito gestiva un bar prima dell’incidente e che all’epoca aveva 50 anni, era accompagnata dalla figlia che ha testimoniato sostenendo che la madre era scivolata «sul pavimento bagnato per lo sgocciolamento dell’acqua presente sulla verdura». Il giudice veneziano scrive che «risulta provato che la superficie della pavimentazione calcata dalla signora presentava un anomalo velo d’acqua, non segnalato e reso non prevedibile dalla sua collocazione in una zona sottostante il dispensatore di sacchetti e i cassoni della verdura».
Gli avvocati della Carrefour e dell’assicurazione della società di origine francese si sono battuti affinché il giudice respingesse la richiesta di risarcimento sostenendo che quello, come tutti i reparti, era pienamente illuminato e quindi non sarebbe stato difficile, prestando maggior attenzione, accorgersi dell’acqua. Ma il magistrato scrive che «l’acqua, di per sé trasparente, facilmente si presta a non essere oggettivamente visibile».
Il consulente tecnico d’ufficio, un medico legale, dopo aver visitato la signora, aveva confermato che si era fratturata il femore sinistro e che aveva dovuto sopportare due interventi chirurgici. Inoltre aveva stabilito che la donna era rimasta invalida per il 28 per cento. Ma la considerevole cifra del risarcimento è stata raggiunta anche a causa della professione della signora. Lo stesso medico legale ha sostenuto che c’era da tener conto che lavorare in un bar comporta un prolungato stazionamento in posizione eretta.
La figlia della vittima dell’incidente, inoltre, ha spiegato che il bar era gestito dai genitori e che a causa della frattura e della lunga convalescenza, la madre non aveva più potuto tornare a lavorare, «compromettendo l’avviamento dell’esercizio commerciale».
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