Scivola dalla scala, batte la testa e muore
Cade dalla scala, batte la testa a terra e muore. La vittima dell’infortunio sul lavoro avvenuto ieri in un cantiere dell’aeroporto Marco Polo è Salvatore Padula, 65 anni, originario di Napoli e residente a Roma, artigiano titolare di una piccola ditta individuale con sede a Latina.
L’incidente è accaduto ieri verso le due nello stabile che si trova in via Ca’ da Mosto, nell’area Nord dell’aeroporto. È un capannone dove la Siram, capofila del gruppo di imprese che ha vinto l’appalto di Save - società di gestione dello scalo - sta realizzando una centrale di trigenerazione per la produzione di energia elettrica a servizio dell’aeroporto. Un cantiere nel quale lavorano decine di persone, tecnici e operai, molti dei quali delle dieci ditte impiegate in regime di sub-appalto che si occupano dei servizi elettrici, piuttosto che della carpenteria o di altri aspetti tecnici. È in questo contesto che lavorava Salvatore Padula, titolare di una piccola impresa di isolazioni termiche. Ieri, poco dopo le 14, si trovava sulla scala, in un angolo del capannone, quando è caduto da un’altezza di due metri, battendo violentemente la nuca. «Immaginiamo che sia andata così», racconta un operaio del cantiere, «perché quando ci siamo girati e lo abbiamo visto era già per terra, svenuto». Tecnici e operai delle altre imprese presenti hanno portato i primi soccorsi, in attesa dell’arrivo dei medici del Suem, quando ormai per il 65enne non c’era più nulla da fare.
Impossibile, al momento, stabilire le cause della caduta, forse un malore, forse una distrazione. Compito degli ispettori dello Spisal dell’Asl 12 - intervenuti ieri sul posto insieme ai vigili del fuoco, ai carabinieri e ai poliziotti della squadra Volanti - stabilire se il cantiere stesse rispettando le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro a partire dalla dotazione e dall’utilizzo dei Dpi (i dispositivi di protezione individuale) come le scarpe antinfortunistiche e i caschetti da parte degli operai e dei tecnici presenti nel cantiere. Nel corso del sopralluogo poliziotti e ispettori dello Spisal hanno raccolto anche le testimonianze dei lavoratori prima di stendere la relazione inviata nella serata al pubblico ministero di turno, Alessia Tavarnesi. Un infortunio mortale che fa riemergere il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. «Toccherà agli enti preposti stabilire le cause dell' incidente e le relative responsabilità, comunque dovrebbe fare riflettere il fatto che gli infortuni colpiscono numerosi e gravissimi in particolare i lavoratori che operano in appalto. Infatti è passato poco più di un anno, dal 21 luglio scorso, giorno in cui perdeva la vita un altro lavoratore di una ditta in appalto al Petrolchimico», dice Antonio Silvestri, della Fiom Cgil di Venezia, nel porgere le condoglianze alle famiglia di Padula.
«Questo non è un caso, fino a che il lavoro in appalto e in sub appalto, continuerà ad essere uno strumento su cui scaricare l' abbassamento del costo del lavoro e dei diritti, anche sacrificando in moltissimi casi il diritto alla sicurezza, questa tragica spirale non si interromperà», prosegue, sottolineando come sia necessario «superare la logica del massimo ribasso nei cambi appalto». Da parte sua la Save, società di gestione dello scalo di Tessera e committente dei lavori alla centrale, scrive in una nota: «In attesa della ricostruzione precisa dell’incidente, Save esprime il suo cordoglio e la sua vicinanza alla famiglia del lavoratore».
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