Scivola dal pedalò e affoga a 39 anni

Era con due connazionali indiani ma nessuno sapeva nuotare. Il corpo è riemerso un’ora dopo davanti ai bagni Europa
Di Diego Degan

SOTTOMARINA. È scivolato in mare, sotto gli occhi dei due amici che erano con lui sul pedalò, forse per un malore, forse per un movimento sbagliato, e non è più riemerso. È morto così, per una banale disgrazia, ieri pomeriggio, nel tratto di mare antistante i bagni Europa, un uomo di nazionalità indiana, M.P.R., 39 anni, residente a Padova.

Non erano ancora le tre. Caldo, sole e mare calmo, appena un po’ di vento da terra che dava sollievo a chi prendeva la tintarella. Tutti i bagnini sulle torrette, come prevede l’ordinanza balneare, in questo periodo, in servizio dalle 10 alle 19. Insomma, tutto tranquillo. Nulla faceva presagire che potesse accadere qualcosa di funesto. Sul pedalò in questione, noleggiato da uno di loro poco tempo prima, c’erano i tre indiani che si erano portati a circa 250 metri dalla riva. Vicino a loro un altro pedalò occupato da turisti tedeschi che, prima dell’incidente, non hanno notato nulla di particolare. Ad un certo punto, uno degli indiani è scivolato in acqua ed è andato giù come un sasso, senza agitarsi, senza chiedere aiuto. Più tardi, uno dei suoi amici avrebbe riferito che non sapeva nuotare, anzi, che nessuno di loro sapeva nuotare e, per questo, nessuno si è tuffato nell’immediatezza, ma i due rimasti sul pedalò si sono sbracciati per chiedere aiuto. Immediatamente sono intervenuti, con un altro pattino, i bagnini dell’Europa che hanno cominciato a cercare attorno al luogo della caduta. Contemporaneamente, via radio, la direzione dello stabilimento ha chiesto aiuto ai bagnini delle torrette vicine, che sono arrivati, in breve, a dare man forte, e ha informato la Capitaneria di porto che ha inviato sul posto tre mezzi navali con l’elicottero dei vigili del fuoco in appoggio. In considerazione della difficoltà presentata, fin dal primo momento, dalle ricerche, erano stati chiamati anche i sommozzatori dei vigili del fuoco di Vicenza che, però, non hanno fatto in tempo a mettersi all’opera.

A poco meno di un’ora dalla scomparsa dell’uomo tra i flutti, il suo corpo è stato avvistato da uno dei bagnanti che collaboravano alle ricerche, a bordo di un sup (una sorta di surf a remi) e recuperato da un bagnino. Si trovava a una trentina di metri dalla riva dove era stato trasportato, evidentemente, da una corrente di fondo abbastanza veloce.

Poi la salma è stata caricata sul gommone della guardia costiera e portata via dalla spiaggia, evitando il triste spettacolo del corpo coperto dagli ombrelloni. Secondo tutte le testimonianze raccolte, questa sarebbe la ricostruzione dei fatti. Tuttavia manca un tassello. Uno dei connazionali del morto, infatti, dopo l’incidente, si è dileguato, mentre l’altro, che non ha avuto alcun problema a parlare con la guardia costiera, è rimasto sul posto a raccontare l’accaduto.

È possibile, ma è solo un’ipotesi, che l’uomo che non si è fatto trovare, avesse qualche problema di “regolarità” sul territorio nazionale e, per questo, abbia preferito allontanarsi.

In ogni caso gli accertamenti sono di competenza della guardia costiera che valuterà anche questo aspetto.

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