Sciopero al Petrolchimico di Marghera: traffico paralizzato e protesta contro Versalis e Eni

Otto ore di sciopero a Porto Marghera: i lavoratori del Petrolchimico, sostenuti da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec, denunciano l’abbandono dell’impianto da parte di Versalis e Eni

Maria Ducoli
Lo sciopero
Lo sciopero

Il Petrolchimico incrocia le braccia per otto ore e paralizza il traffico. Uno sciopero indetto a livello confederale da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec per «urlare forte che esistiamo anche noi, che la chiusura dell’impianto cracking del 2022 non ci ha cancellato, che il problema Marghera non è risolto».

Con lo slogan “Esiste anche Marghera”, sindacati e lavoratori hanno voluto manifestare contro Versalis e il Governo, entrambi responsabili, a loro dire, di aver trascurato l’impianto di Marghera. Lo scorso 10 marzo, infatti, è stato firmato un protocollo al Ministero delle Imprese e Made in Italy con Eni Versalis, che non ha soddisfatto né i lavoratori, né i loro rappresentanti.

«Ci chiediamo dove sono il governo, la regione e il comune che avevano avallato la chiusura a fronte dei nuovi investimenti, ci chiediamo perché nei tavoli ministeriali aperti al Mimit Marghera non risulti mai nominata, come se in questo territorio non ci fosse una vertenza aperta».

Sciopero al Petrolchimico di Marghera
Sciopero al Petrolchimico di Marghera

A qualche settimana dalla firma del protocollo, lo scorso 25 marzo, i vertici di Versalis, la società di Eni che si occupa di chimica, sono venuti nello stabilimento di Porto Marghera per presentare il nuovo impianto di riciclo meccanico della plastica, ma secondo i lavoratori si sarebbe trattato solo di «un’occasione per nascondere ritardi e mancanze».

Ritardo di oltre un anno, fanno presente le tre sigle sindacali: infatti, l’investimento previsto per il 2024 è stato realizzato solo un anno dopo. Si trattava, tra l’altro, di uno dei più importanti tra quelli previsti in un quadro più ampio di riconversione del polo, a seguito della chiusura dell’impianto cracking che produceva chimica di base.

«Eni continua a dimostrarsi soggetto non credibile, considerando la portata degli investimenti previsti e mai realizzati» dicono le rappresentanze, sottolineando che da più di un anno stanno chiedendo un incontro per l’illustrazione del Piano Industriale e lo stato avanzamento lavori, ricevendo sempre in risposta rinvii e dinieghi.

«I lavoratori di Porto Marghera» concludono, «hanno diritto di sapere quale sarà il loro futuro e quello del loro posto di lavoro e questo può avvenire solo con il confronto tra l’azienda e il sindacato che li rappresenta».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia