Sciopero, mercoledì nero in città

Vaporetti e bus con il contagocce, anche il tram si ferma. Sgb canta vittoria: «I lavoratori sono con noi»
Di Mitia Chiarin
Foto Agenzia Candussi/Chiarin/ Mestre, piazzale Cialdini/ Sciopero ACTV
Foto Agenzia Candussi/Chiarin/ Mestre, piazzale Cialdini/ Sciopero ACTV

Adesione al 74 per cento nell’automobilistico, al 59 per cento nella navigazione ieri mattina con una lunga coda di disagi che si sono protratti fino a sera. I dati finali, in serata, non si discostano: 75 per cento di adesione nell'automobilistico e 60 per cento nella navigazione. Oltre ai servizi minimi garantiti, spiegano da Actv, ha funzionato in centro storico la linea 2 ogni 10 minuti, la linea 3 ogni trenta fino alle 11.20 e i Giracittà ogni 20 minuti. Rispettate le fasce orarie nel settore automobilistico.

Secondo dati di Sgb, l’adesione allo sciopero è stata praticamente nulla a Chioggia. A Mestre in mattinata erano usciti una quarantina di bus, per la metà lavoratori precari che domani parteciperanno al presidio organizzato dalle organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Ugl settore trasporti) dalle 15 alle 17 in campo Manin mentre i sindacalisti sono a Ca' Farsetti ad incontrare l’assessore alle Partecipate Michele Zuin. Possibile anche la presenza di una delegazione di lavori precari sotto il Comune, con la speranza di essere ricevuti alla fine.

Quella di ieri è stata senz’altro una giornata di passione per i pendolari che usano i mezzi pubblici a causa dello sciopero di Actv. L'impatto dello sciopero ieri è stato evidente e ha colto molti di sorpresa: in laguna mezzi fermi e in terraferma tanti si sono ritrovati senza bus e hanno optato per il treno per andare a Venezia. Il tram ha corso solo nelle due finestre di servizi garantiti per i pendolari, mattina e pomeriggio. Per il resto la città è stata delle macchine e il risultato sono state strade intasate, code e forti disagi. Sospesi i servizi tra Lido e l'ospedale con disagi per i pazienti che avevano visite programmate o parenti ricoverati da accudire.

Per Sgb lo sciopero di Sgb è stato un successo: non riconosciuti da Comune e azienda, da soli, con una agitazione che ha attirato l’appoggio di tanti lavoratori, iscritti ad altri sindacati, hanno garantito un mercoledì “nero” in città. Il sindacato era stato, per la verità invitato, al tavolo di trattativa in Comune ma Sgb chiedeva un anticipo del confronto, prima dello sciopero di ieri, che non c’è stato. Con il risultato che le posizioni restano distanti. Ma l’iniziativa degli autonomi ha fatto da catalizzatore della protesta.

Lo conferma lo stesso portavoce Gianpietro Antonini: «È ovvio che con queste percentuali di adesione lo sciopero è stato attuato anche da non iscritti. Noi in Actv pesiamo per circa il 10 per cento, abbiamo 200 iscritti su 2.900 dipendenti. Una partecipazione che evidenzia il malcontento dei lavoratori che sono alle prese con un continuo peggioramento della qualità di lavoro. Gli altri sindacati tacciono ma noi sappiamo che i turni di febbraio saranno peggiorativi per il personale della navigazione. Gli autisti delle linee 15 e 9, toccate dalla recente riorganizzazione dei servizi, non hanno neanche un bagno per i bisogni fisici ai capolinea. E ora si chiede un altro taglio del 2 per cento».

Marino De Terlizzi (Cisl Trasporti) ribatte: «In caso di sciopero scattano obbligatoriamente i servizi minimi anche se a scioperare è una persona sola ma è certo che la situazione attuale produce un forte malcontento che si traduce nell’adesione allo sciopero. Noi e gli altri sindacati hanno scelto la via del dialogo: abbiamo l’incontro in provincia sulla linea 80, il 20 gennaio siamo in Comune per la trattativa con l’assessore Zuin. Noi auspichiamo che il dialogo porti ad un cambiamento altrimenti in futuro ci saranno ancora sciopero e disagi». Le cinque sigle del Tpl veneziano hanno sospeso per 60 giorni le quindici vertenze aperte con Actv nella speranza che la trattativa porti a miglioramenti per i servizi e il lavoro. Domani in Comune ci saranno anche i precari penalizzati dal decreto Madia: Cgil e Uil organizzeranno un presidio; Cisl e altri sindacati ne porteranno alcuni in delegazione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia