Sciopero e blocco dei bagagli: il Marco Polo va in tilt

TESSERA. Mattinata di passione all'aeroporto Marco Polo per lo sciopero degli handler, i trasportatori di bagagli. Stamattina sono stati cancellati 6 voli, altri quattro sono stati dirottati verso gli aeroporti di Bologna, Treviso e Verona, altri cinque al momento sono schedulati nel tabellone delle partenze con l'avviso "sciopero in corso". Code in particolare al check in di Easy Jet e Alitalia. Altre compagnie, come la Tap (voli per il Portogallo) stanno facendo partire regolarmente i loro jet ma senza bagagli a bordo. C'è anche chi decide di partire lo stesso, come una coppia di Vicenza che dice: "Intanto decolliamo, i bagagli ce li porteranno poi fra qualche giorno". La gente è comunque molto infastidita per questo sciopero, specialmente perché - dicono - non era stato annunciato.
Aggiornamento delle ore 14: su 74 partenze programmate sono stati 11 i decolli cancellati, altri undici voli sono stati dirottati sugli scali di Treviso, Verona e Bologna. Su 70 atterraggi previsti, 5 sono stati cancellati e sei dirottati su altri aeroporti.
I ritardi nelle partenze e negli arrivi dei voli si sono fatti sentire già dopo le 18.30 di ieri, lunedì, quando gran parte dei lavoratori dei tre handler (Ata, Gh, Aviapartner) che operano all’aeroporto Marco Polo, hanno cominciato a protestare bloccando carico e scarico dei bagagli e limitandosi a portare la scala agli aerei in arrivo e caricare i passeggeri in bus.
Alle 21 il blocco ha causato ritardi in arrivi e partenze, dai 60 ai 90 minuti. Per le partenze alle 21.45 si contavano 9 voli partiti in ritardo e 5 in attesa su 13 schedulati. Per gli atterraggi, nessun ritardo segnalato da Save, ma lunghe attese per il ritiro dei bagagli. «Sono tre ore che aspettiamo i bagagli con figli piccoli al seguito e nessuno ci dice niente, se non che c’è una assemblea», racconta un viaggiatore arrivato dalla Francia. «Siamo abbandonati».
Una situazione caotica tra l’ovvio fastidio di centinaia di viaggiatori e la rabbia dei lavoratori che sono arrivati a respingere un invito a desistere dal blocco del direttore Valerio Bonato e a dire no ad una ipotesi di intesa. «La proposta di 40 passaggi (equivalenti full time) con un diverso regime in Gh è stata respinta dai lavoratori, specie dai part-time, perché ritenuta non praticabile», spiega un sindacalista. E così la trattativa è ripresa. Possibile una mediazione di Enac. Un epilogo imprevisto dopo la rottura delle trattative sui passaggi di lavoratori da Ata Italia spa che ha concluso il contratto di servizio con Air France e Klm e da Gh Venezia che prenderà il suo posto dal prossimo 1 dicembre. Dal 1 gennaio, inoltre, è previsto il passaggio dei voli della Turkish da Ata ad Aviapartner.
La tensione è cominciata poco dopo l’inizio della trattativa. Gh Venezia ha ribadito di essere disposta ad assumere da Ata non 64 unità – come prevederebbe, secondo Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Usb, la “clausola sociale” prevista dal contratto nazionale – ma soltanto 30 e oltre tutto ad orario ridotto. Come se non bastasse, Ata Italia, che da tempo ha il bilancio in pesante rosso, ha confermato l’avvio della procedura di mobilità – ovvero il licenziamento – per 100 dei 170 dipendenti che ha in forza al Marco Polo. A quel punto, come già avevano minacciato venerdì scorso, tutti i sindacati e i dipendenti delle tre società hanno deciso – malgrado si tratti di uno sciopero improvviso e quindi non autorizzato dalla commissione nazionale di garanzia – di bloccare la movimentazione dei bagagli in arrivo e in partenza.
«I lavoratori» hanno spiegato i sindacati «tutti insieme, hanno capito che se gli handler si rifiutano di applicare la clausola sociale ad ogni cambio di contratto con una compagnia, non si salverà più nessuno perché le società, in guerra tariffaria all’ultimo sangue tra loro, taglieranno i loro organici a tempo indeterminato e useranno sempre più lavoro precario e ha chiamata». I sindacati hanno anche messo sotto accusa Save spa «colpevole di non esercitare il suo ruolo istituzionale, in quanto gestore dell’aeroporto, per costringere gli handler al rispetto delle clausole contrattuali nazionali, come, appunto, quella sociale che prevede i passaggi diretti tra gli handler, a saldo zero di licenziamenti e senza creare problemi agli utenti».
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