Sciopero del panino riuscito, anzi no

Secondo i genitori ha aderito il 51% degli alunni (in aumento rispetto alla prima iniziativa), per Ames soltanto il 27%

Arriverà il giorno in cui amministrazione comunale e genitori si incontreranno per fare pace sulla guerra dei numeri? Ieri il secondo sciopero del panino ha dato risultati ancora una volta diversi. Per i genitori si è trattato di un segnale che il sindaco Luigi Brugnaro non può non tenere in considerazione dato che su 9.824 alunni che al lunedì usufruiscono in genere della mensa, 5.014 hanno disertato (51%), superando di 463 bambini la carica dei 4.551 della prima protesta. Per Ames invece su 9.824 pasti non ne sono stati prodotti 2.639, cioè solo il 26,8% rispetto al totale.

«Credo che l'amministrazione comunale», ha detto Francesco Pederieri del Comitato genitori di Marghera, «non possa rimanere indifferente di fronte a un dato del genere e dovrebbe capire che c'è una volontà di discutere in maniera costruttiva con l'assessore Romor e il sindaco Brugnaro. La nostra forma di protesta non crea disordini, ma è un segnale forte di disagio che dovrebbe essere accolto».

Il punto è che dai 3.85 euro si è passati ai 4 e ai 4.25. Sembra che l'aumento sia dovuto al fatto che i genitori pagano anche per gli esenti: «L'esenzione è un servizio che fa parte del welfare», prosegue Pederieri, «ed è a carico della cittadinanza».

Tornando allo sciopero del panino, picchi di partecipazione si sono registrati ieri alla Grimani e Nerina Volpi di Marghera, Colombo di Chirignago, Lazzaro Spallanzani e l'Angolo Azzurro di Mestre. Alcuni istituti hanno chiesto di portare via i bambini da scuola prima del pranzo, mentre altri genitori non hanno aderito in quanto un po' intimoriti da una circolare passata in qualche istituto che avvertiva le famiglie che i bambini non potevano mangiare il panino in mensa come previsto dalle regole sanitarie.

In queste scuole i bambini sono andati comunque in classe con un cartello con scritto «Io partecipo allo sciopero del panino». In realtà, oltre al problema dell'aumento del buono pasto ci sono anche altre questioni che s'intersecano:evitare cambi di menù e migliorarlo con il lavoro dei Comitati Mense (Ctp), correggere il sistema di gestione di posta elettronica per evitare sprechi, consegnare un pasto gratuito come previsto dal capitolato ogni 20 pasti paganti, non imporre ai comitati mensa restrizioni d'orario per l'accesso ai centri cottura e la lettura delle etichette, pubblicare le informazioni su tutte le derrate per rendere trasparente la filiera produttiva. I genitori hanno riferito che lunedì 29 febbraio è stato vietato loro di visionare le etichette nelle cucine e dichiarato che non sarà più possibile farlo. Nei prossimi giorni i genitori si incontreranno per valutare quando fare il terzo sciopero del panino (il 28 marzo è festa), sempre che dal Comune non arrivi un invito che metta fine alle proteste.

Vera Mantengoli

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