Sciopero degli scrutini, preside si ribella

Esposto contro gli insegnanti che aderiscono alla protesta al liceo Galilei di San Donà: «Ho denunciato delle irregolarità»
Di Giovanni Cagnassi

Esposto di un preside nei confronti dei docenti che stanno aderendo allo sciopero degli scrutini come forma di protesta contro la “scuola bella” promossa da Renzi con la riforma e aspramente contestata dalla maggioranza dei professori. È accaduto a San Donà, nel Basso Piave in cui le acque sono sempre agitate anche nel mondo della scuola.

Di fronte alla confusione e ai bizantinismi della legge italiana, un preside ieri ha pensato di fare un esposto ai danni di alcuni docenti. Lui precisa di non voler accusare nessuno, ma di esporre precisamente quanto accaduto affinché chi di dovere decida se sia stata violata la legge in materia di scioperi. Il dirigente del liceo scientifico Galileo Galilei di San Donà, professor Graziano Finotto, uomo tenace e combattivo, non ha accettato passivamente quanto sta avvenendo nella sua scuola e ha voluto così tagliare corto dopo gli scioperi durante gli scrutini che stanno paralizzando gli istituti alle prese con i risultati finali di anni scolastici e maturità. «È un esposto che riguarda diversi docenti che hanno fatto sciopero», spiega, «inoltrato al Ministero della Pubblica Istruzione e agli organi competenti per segnalare quelle che, a mio avviso, sono delle irregolarità. La legge concede due giorni si sciopero e infatti, trascorsi i primi due, non sono state commesse sicuramente infrazioni. Ma se le organizzazioni sindacali fanno ognuna due giorni di sciopero è chiaro che i giorni non saranno più due, ma quattro, sei o non si sa quanti altri. Su questo aspetto a mio avviso va fatta chiarezza e ritengo che, proseguendo anche ieri, siano state commesse delle irregolarità dai docenti che hanno aderito».

Il sindacato è apparso critico davanti a questa decisione del tutto inedita del preside sandonatese. «Dovrebbe intervenire l'ufficio regionale scolastico», dice Carlo Forte, segretario generale Flc-Cgil di Venezia. «Quello del dirigente è un atto di ignoranza o di arroganza. Non sta a lui interpretare le norme. Il rischio è oltretutto di determinare un precedente che non farà altro che aumentare le tensioni già in atto, oltre a ledere il diritto di sciopero. E questo potrebbe comportare altri problemi e disagi andando a rovinare i rapporti tra dirigenti e docenti. Lo sciopero ha un valore dimostrativo e già le organizzazioni sindacali hanno cercato di limitare i disagi e i giorni».

Tra le altre scuole in cui sono emersi disagi dovuti agli scioperi, figura l'Itis Volterra di San Donà, dove la massiccia adesione dei professori comporterà ritardi di almeno una settimana sull’uscita dei tabelloni con i risultati finali.

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