Sciopero degli autotrasportatori all'Ilva di Marghera

Avanzano dai 50mila ai 300mila euro dall'azienda e non percepiscono pagamenti dal mese di aprile
Protesta FAI Federazione Autotrasportatori Italiani davanti all'ILVA di Marghera
Protesta FAI Federazione Autotrasportatori Italiani davanti all'ILVA di Marghera

VENEZIA. Sciopero degli autotrasportatori che ogni giorno si recano nella sede di Marghera dell’Ilva in via dei Sali. Non c’era la consueta fila di camion e autoarticolati che attendono di entrare, calma surreale nel piazzale ieri mattina.

Fai Veneto, Cna Fita Veneto e Confartigianato Trasporti Venezia hanno raccolto il malessere delle ditte che gravitano attorno all’Ilva, alcune delle quali lavorano per l’azienda anche da tre generazioni.

L’Ilva di Taranto ha uno dei suoi stabilimenti a Marghera: un centro logistico utilizzato per lo smistamento delle merci che, per la maggior parte, arrivano via mare dagli stabilimenti pugliesi. E da Marghera, attraverso la società Fb Spedizioni e centinaia di camionisti, la merce raggiunge le destinazioni finali.

Gli autotrasportatori avanzano chi cinquantamila, chi duecentomila, chi trecentomila euro, in tutto si calcola che il credito ammonti a circa 5 milioni di euro. Non percepiscono pagamenti da aprile e per questo non riescono più a pagare i loro dipendenti. Da qui la protesta e la richiesta di aiuto al prefetto.

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