Sciopero contro il Comune delle assistenti domiciliari
MIRA. Il Comune di Mira indice un nuovo bando per assegnare la gestione del servizio di assistenza domiciliare, ma non discute la questione con i lavoratori. Gli addetti e il sindacato sono infuriati e indicono lo stato di agitazione e un giorno di sciopero. A spiegare la vicenda è Samad El Ghanami, responsabile del settore per la Cgil-Funzione pubblica. Il servizio domiciliare a Mira, ora affidato alla Cooperativa Elleuno, ha in organico 14 dipendenti (quasi tutte donne) che servono quasi 130 famiglie. Tre persone con questo nuovo bando sono candidate al licenziamento, mentre aumenterebbe anche la precarizzazione delle operatrici. «Nei mesi scorsi», spiega El Ghanami, «abbiamo spiegato in diversi modi al Comune di Mira che avremmo voluto discutere in modo concertativo della stesura del nuovo bando. Ci hanno convocato per parlarne solo quando l’appalto è stato pubblicato». La Cgil spiega che il nuovo appalto peggiora le condizioni di lavoro rispetto al precedente. «Innanzitutto», dice El Ghanam, «ci sarà una drastica riduzione del monte ore, con una ricaduta pesante sulla paga del personale. Ci sarà l’eliminazione delle macchine aziendali, il personale dovrà usare le proprie. Ci sarà il licenziamento di tre lavoratrici non specializzate, perché questa figura non è prevista nel nuovo appalto». Ci sono poi degli aspetti paradossali: «Le lavoratrici fra un utente e un altro», spiega il sindacato, «dovranno muoversi con un intervallo non superiore a cinque minuti. Questo è assurdo se si pensa alla vastità del Comune di Mira in cui frazioni come Marano e Giare o Località come Mira Vecchia e Malcontenta distano fra loro oltre 15 chilometri». Nonostante tutte le preoccupazioni espresse il Comune con il sindaco Alvise Maniero, fa sapere la Cgil, è deciso ad andare avanti affidando il nuovo appalto attraverso una logica del massimo ribasso che la cooperativa attuale, la Elleuno, è intenzionata a non accettare. A questo punto la lotta per il sindacato contro questa amministrazione comunale sarà durissima. «Siamo intenzionati», dice El Ghanami, «a fare una manifestazione di protesta al prossimo Consiglio comunale. Abbiamo deciso di indire lo stato di agitazione e proclamare una giornata di sciopero come prima risposta ad un atteggiamento che consideriamo di fatto arrogante e di disprezzo dei diritti dei lavoratori».
Alessandro Abbadir
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