Sciopero contro i tagli i capireparto in cassa

All’Auchan bandiere, trombette e volantini all’esterno del centro commerciale Sindacati soddisfatti: «Nove su dieci hanno aderito alla manifestazione di protesta»
AGENZIA: Candussi. GIORNALISTA: Codognato. DESCRIZIONE: presidio e sciopero presso Auchan, Mestre, contro i 65 esuberi.
AGENZIA: Candussi. GIORNALISTA: Codognato. DESCRIZIONE: presidio e sciopero presso Auchan, Mestre, contro i 65 esuberi.

Capi settore e capireparto impegnati alle casse e merchandiser alle prese con i carrelli e con la sistemazione degli scaffali. Per un giorno all’ipermercato Auchan di Mestre il «demansionamento» dei ruoli scatta spontaneamente, seguendo l’inflazionato motto: «fare di necessità virtù».

Il centro commerciale è stato ieri teatro di una colorata giornata di protesta, inscenata dagli addetti vendita (per lo più cassieri) per protestare contro gli annunciati esuberi che a livello nazionale toccano quota 1.425 (su 11.422 lavoratori) e a Mestre quota 65 (su circa 300 addetti vendita).

Già alle 9 un gruppo chiassoso ma pacifico e colorato di lavoratori si è ritrovato davanti alla porta Marghera dell’Auchan. C’erano le bandiere delle tre principali sigle sindacali, ci sono le trombette, i volantini, anche un banchetto con un mini buffet. «L’adesione è davvero impressionante – commenta subito Paolo Baccaglini della Filcams Cgil - il 90% degli addetti vendita che avrebbero dovuto lavorare, sono qui fuori. Alle casse, oltre a quei pochi lavoratori che sono entrati, circa il 10%, ci stanno i capireparto, infatti stiamo valutando la possibilità di denunciarli per comportamento antisindacale». A poco a poco la protesta davanti alla Porta Marghera di Auchan è diventata sempre più rumorosa e la folla dei manifestanti si è ingrossata, superando abbondantemente le 100 unità. In mezzo ai lavoratori, portavano la propria solidarietà anche alcuni candidati alle elezioni regionali, come Tiziana Agostini, che contesta il modello dello shopping h24 definito «del tutto fallimentare», e Sebastiano Bonzio. Fra i candidati sindaci a Ca' Farsetti, invece, l’unico presente è Davide Scano del Movimento 5 stelle che rileva come «questa situazione sia figlia della pessima gestione del commercio da parte del Comune e della Regione». A Mestre sono a rischio 65 posti di lavoro e in particolare i tagli dovrebbero riguardare 25 delle 84 cassiere attualmente assunte. «Se lasciano a casa tutte queste cassiere – annuncia Baccaglini – allora l’ipermercato dovrà chiudere almeno uno dei suoi due piani, suppongo quello non legato all’alimentare». Allo stato delle cose, non sono ancora state identificate le persone “a rischio”, quindi non ci sono identikit prestabiliti. Di certo sotto l’occhio del ciclone si trovano lavoratori che sono per il 90% donne, molto spesso madri, qualche volta sole, per il 60% part time e con uno stipendio che oscilla fra i 700 e i 1000 euro al mese. Si tratta dunque di fasce deboli, già attualmente costrette a un lavoro domenicale con stipendio ordinario. Ma è davvero in crisi l’ipermercato mestrino? «A quanto ci risulta – commenta ancora Baccaglini – sta meglio di altri punti vendita come Carrefour o la Nave de Vero che è sempre vuota. A noi anzi risulta che negli ultimi tempi siano stati chiamati lavoratori ex interinali e che siano stati chiesti gli straordinari agli altri. Auchan di Mestre, insomma, lavora, e l’annuncio dei licenziamenti è secondo noi solo una rappresagli nei nostri confronti perché rifiutiamo di accettare il contratto che contempla l’abbassamento dello stipendio. Piuttosto c’è da dire che l’offerta commerciale a Mestre è satura e non si può pensare si aprire nuove punti vendita».

La protesta dei lavoratori del centro commerciale Auchan è partita ancora lo scorso 27 aprile, e si articolerà in seguito con l’incontro con i sindaci e poi con il ministero, a caccia di una soluzione che salvi quasi 1.500 posti di lavoro. Un ecatombe che di questi tempi potrebbe risultare nefasta.

Gianluca Codognato

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