Sciopero bianco all'Actv, il presidente: «Lavoratori facciano gli straordinari»

Il presidente dell'azienda dei trasporti Luca Scalabrin attacca i dipendenti: «Bisogna usare il buon senso, altre aziende chiudono»
Pellicani Venezia 26.07.2011.- Imbarco differenziato per possessori dell'imob e non. Pontile actv linea 2 Rilato direzione Piazzale Roma. A sx i turisti a dx i veneziani.- Interpress Pellicani Venezia 26.07.2011.- Imbarco differenziato per possessori dell_imob e non. Pontile actv linea 2 Rilato direzione Piazzale Roma. - Interpress
Pellicani Venezia 26.07.2011.- Imbarco differenziato per possessori dell'imob e non. Pontile actv linea 2 Rilato direzione Piazzale Roma. A sx i turisti a dx i veneziani.- Interpress Pellicani Venezia 26.07.2011.- Imbarco differenziato per possessori dell_imob e non. Pontile actv linea 2 Rilato direzione Piazzale Roma. - Interpress

VENEZIA. «Mi scuso con i passeggeri per i disagi che stanno subendo: l’azienda sta facendo qualsiasi cosa per raggiungere un’intesa con sindacati e lavoratori, anche se ricordo che non c’è nessuna vertenza ufficiale in atto, nessuna proclamazione di sciopero e che le procedure di raffreddamento davanti al prefetto si sono tutte concluse bene. Non si capisce, dunque, il proseguimento di questo “sciopero bianco” che sta mettendo in gravissima difficoltà la città: a questo punto spero che il personale agisca con il buon senso del buon padre di famiglia e capisca che Venezia è in difficoltà, tornando così a dare la disponibilità a fare straordinari e, con questi, corse bis: possibile che in tempi tanto difficili non facciano loro comodo un po’ di soldi in più per pagare il mutuo?».

C’è da credere che l’appello al «buon senso» del presidente di Actv Luca Scalabrin - pur scandito con tono pacato - renderà ancora più incandescenti questi giorni di Ferragosto, che stanno segnando il culmine del contenzioso tra azienda e dipendenti. Due mesi fa, la disdetta unilaterale di tutti gli accordi integrativi aziendali (pari al 25% circa degli stipendi) decretata da Avm-Actv dopo i nuovi tagli ai fondi regionali-statali per i trasporti pubblici, con l’azienda che chiede ai lavoratori un aumento della produttività pari a tutte le 37,5 ore del turno settimanale e loro - per tutta risposta - a sospendere la disponibilità a effettuare straordinari (fino a 5 mila ora al mese nella sola terraferma) e mancati riposi per evidenziare le carenze strutturali del servizio, rispettando poi alla lettera tutte le ordinanze sulle precedenze alle barche a remi, con motori tenuti al minimo e mandando così di fatto in tilt il sistema dei trasporti. E con questo la pazienza dei veneziani, alle prese con oltre 200 corse al giorno in ritardo pesante, una quindicina saltate, perché alla non collaborazione si sommano i ritardi di un sistema dei trasporti pubblici per altro preso d’assalto da una folla di passeggeri e circondato da un traffico in Canal Grande ormai ingestibile, tra cortei di gondole, taxi, barche da trasporto, Alilaguna e quant’altro. E ora l’azienda prospetta il ricorso a un contratto privato con Venice by boat, per garantire i collegamenti straordinari per la mostra del Cinema, se entro il 18 agosto non arriverà la disponibilità del personale.

«Il problema dei disagi esiste, stiamo cercando di normalizzare la situazione con il confronto con i sindacati», prosegue Scalabrin, «siamo un’azienda che dà da mangiare a 3800 famiglie: ci dev’essere la voglia da parte di tutti di dare una mano. Rifiutare massicciamente il ricorso agli straordinari non risolve i problemi, anzi, li aumenta. Con questi tagli di fondi e 400 esuberi possibili non è possibile ipotizzare nuove assunzioni: gli stessi sindacati hanno firmato un accordo in tal senso la scorsa settimana, per affrontare ogni questione da qui a fine anno. Invece, non c’è stata alcuna apertura: non si capisce perché questa chiusura in assenza di una reale vertenza aperta». La conclusione di Scalabrin è netta: «I lavoratori devono capire che il mondo è cambiato, che centinaia di aziende chiudono e non c’è più grasso che cola per tutti. Invece l’atteggiamento di alcuni è esagerato e deprimente. Il lavoro che stiamo facendo oggi è per salvaguardare il posto di lavoro futuro, non per licenziare, ma è evidente che se continua questo atteggiamento dovremo prendere decisioni e collaborazioni esterne: non possiamo ritrovarci senza servizi come al Redentore, perché la città non può fermarsi. Certo, al Comune chiediamo di intervenire per normare un traffico sempre più pesante, che fa saltare gli orari. Ma ai capitani e agli autisti dico: date una mano a Venezia». Il ferragosto si annuncia torrido.

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