Sciopero all’Harry’s, il patron Cipriani serve ai tavoli

I dipendenti si fermano per protesta contro il mancato rinnovo del contratto. Lui: «Non è la prima volta e non sarà nemmeno l’ultima»
Arrigo Cipriani, owner of Harry's Bar, pours the bar's famous Bellini drink in his bar in Venice, northern Italy, in this June 16, 2006 photo made available Monday, April 7, 2008. Ernest Hemingway didn't have to worry about a strong euro, but Americans in Venice these days do, so the novelist's old haunt is giving U.S. tourists 20 percent off. The classy, pricey restaurant near St. Mark's Square was sporting a sign Monday, April 7, 2008, telling Americans they'll get the discount on all the items on the menu. The notice cites Americans' economic woes linked to the subprime loan crisis. (AP Photo/Luigi Costantini)
Arrigo Cipriani, owner of Harry's Bar, pours the bar's famous Bellini drink in his bar in Venice, northern Italy, in this June 16, 2006 photo made available Monday, April 7, 2008. Ernest Hemingway didn't have to worry about a strong euro, but Americans in Venice these days do, so the novelist's old haunt is giving U.S. tourists 20 percent off. The classy, pricey restaurant near St. Mark's Square was sporting a sign Monday, April 7, 2008, telling Americans they'll get the discount on all the items on the menu. The notice cites Americans' economic woes linked to the subprime loan crisis. (AP Photo/Luigi Costantini)

Arrigo Cipriani a servire i clienti, sconcertati, tra i tavoli dell’Harry’s Bar come un cameriere, mentre nel locale erano rimasti solo i cuochi e pochi altri dipendenti che lo hanno affiancato nel servizio.

E’ la scena veramente sorprendente a cui si sono trovati di fronte giovedì sera i frequentatori del famoso ristorante veneziano di calle Vallaresso, visto che la massa dei camerieri se n’era già andata da tempo. E’ il frutto della ripresa della vertenza tra il patròn dell’Harry’s e i suoi dipendenti, che sembrava essere stata composta un paio d’anni fa e invece è ricomparsa in tutta la sua durezza, con la proclamazione di un nuovo stato d’agitazione e alla proclamazione di uno sciopero, dopo quello già avvenuto martedì. All’origine il fatto che il ristoratore non intenda più concedere, come ci si era accordati in precedenza, una percentuale degli incassi ai suoi dipendenti, ma abbia per loro adottato da questo mese la retribuzione fissa al minimo, mantenendo il salario a percentuale solo per i cuochi. Lui, Cipriani, non nega i disagi e il suo insolito ruolo di cameriere, ma minimizza.

«Non è la prima volta che mi capita di servire ai tavoli - commenta - e non sarà neanche l’ultima. Il contratto integrativo precedente è scaduto e ora c’è qualche problema, ma sono certo che lo risolveremo, e in ogni caso la situazione non pregiudicherà il normale funzionamento dell’Harry’s Bar. Non c’è nessun ammutinamento». Ma una vertenza, che si preannuncia aspra, sì. Tanto è vero che lo stesso Cipriani ha già scritto al sindacato dei dipendenti del locale, la Fisascat Cisl, diverse lettere piuttosto dure, annunciando anche il possibile ricorso alla cassa integrazione. L’accordo chiuso nel 2009 - e che è scaduto a gennaio - prevedeva un premio di produzione per tutti i lavoratori inferiore al tredici per cento degli introiti. In sostanza, i circa settanta dipendenti del locale _ dal cameriere al cuoco, dal barman al pelapatate _ oltre allo stipendio base vedevano considerato come «premio» l'altra parte della retribuzione con conseguente riduzione anche sul piano fiscale. Ora però Cipriani vorrebbe passare alla retribuzione fissa. Di qui la vertenza, che potrebbe preludere ad altri scioperi - con il patròn dell’Harry’s ancora nelle vesti di cameriere - nel fine settimana. Per scongiurarli, Cipriani ha già scritto al sindacato chiedendo l’apertura di un tavolo di trattativa che riparta dall’accordo del 2009, rinunciando anche alla cassa integrazione. Da parte sua, la Fisascat-Cisl si dichiara disponibile a riaprire le trattative per raggiungere un accordo, ma solo dopo che Cipriani abbia ripreso a pagare a percentuale i suoi dipendenti e non più al minimo tabellare. Un braccio di ferro dagli esiti ancora incerti, che rischia però di riproporre anche in questi giorni Arrigo Cipriani nella veste di cameriere del suo locale, pur di tenerlo aperto.

Enrico Tantucci

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