Sci d’acqua nel canale della Giudecca
VENEZIA. Cosa si può fare per rendere frizzante un sabato pomeriggio in una Venezia baciata dal sole primaverile? Una sessione di sci nautico nel canale della Giudecca. È questa l’emozionante avventura vissuta ieri pomeriggio da un turista, che grazie a un tassista consenziente, e ovviamente remunerato, si è divertito a scivolare su una sorta di tavola da snowboard sulle acque del canale della Giudecca. In barba alle più normali norme della navigazione, in una città che sull’acqua si muove, vive e lavora.
La bravata rischia di costare cara, almeno al conducente del taxi, che ha guidato lungo il canale portandosi dietro il turista, sceso poi all’altezza del Todaro, a San Marco, e che ha pagato la corsa un bel po’ di euro. Le telecamere del sistema Argos hanno inquadrato la performance verso le 16 e hanno seguito passo passo l’evoluzione di taxi e turista fino a San Marco, inquadrando anche l’identificativo dell’imbarcazione. Tutto documentato in una sequenza fotografica che finirà adesso all’interno di un fascicolo che potrebbe avere anche risvolti di carattere penale, ricorda il comandante della Polizia Municipale Marco Agostini. E forse porterà alla revoca della licenza per il tassista.
«Gli accertamenti sono in corso ma è palese l’accaduto, documentato dalle telecamere di Argos e anche lo scambio di denaro è documentato. Non siamo riusciti a bloccare il turista in flagranza ma la documentazione è evidente e anche la targa del natante è stata rilevata: sentiremo la Capitaneria di Porto, che ha competenza su quelle acque. In passato casi analoghi sono accaduti, circa 3 anni fa e in quel caso è scattato il procedimento penale per il pericolo provocato alla navigazione. La Polizia Municipale nelle prossime ore notificherà al tassista le giuste sanzioni», spiega il comandante. Venezia assomiglia sempre più a un grande parco divertimenti. Tra bici che pedalano in piazza San Marco, venditori abusivi (venerdì multati dalla sezione di San Marco due asiatici che vendevano mangime per piccioni e varie “maschere” abusive) e pure lo sci nautico, praticato tra vaporetti e imbarcazioni da lavoro. «Siamo all’esagerazione», ammette Agostini, «i veneziani dovrebbero tutelare la loro città». Ma c’è chi se ne approfitta.
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