Schiavi nei campi a Sant'Anna di Chioggia. Blitz dei carabinieri
Undici ore di lavoro al giorno, 150 euro al mese. Se si protesta, botte da orbi. Otto padri di famiglia bengalesi costretti a lavorare in condizioni disumane. La coppia di sfruttatori, marito e moglie, denunciata. Sono recidivi

CAVARZERE. Otto bengalesi occupati come braccianti, in nero, nelle campagne del cavarzerano, in condizioni di quasi schiavitù: 11 ore di lavoro al giorno, paghe da fame (100-150 euro al mese), alloggi di fortuna in container fatiscenti e, se non obbedivano, venivano pure picchiati.
È il secondo caso scoperto, in meno di un mese, dai carabinieri del nucleo dell'Ispettorato del lavoro e ricalca il precedente di Sant'Anna di Chioggia, dove i braccianti in nero erano undici, tra cui un clandestino.
Gli sfruttatori della manodopera straniera, inoltre, sono gli stessi e sono una coppia, marito e moglie, connazionali delle loro vittime, tra le quali, stavolta, i clandestini sono due. E uno di loro è lo stesso che era stato scoperto a Sant'Anna.
Insomma, non un caso, ma un sistema. Ai due “imprenditori” sanzioni per 50mila euro e denunce per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, impiego di manodopera clandestina e sfruttamento del lavoro.
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