Schianto, muore una mamma di 42 anni
Michela Caovilla ha perso la vita, la sua Fiat Punto si è scontrata con un’auto e un camion. In ospedale il figlio di sei
SAN STINO. Una donna di 42 anni, Michela Caovilla, residente a Blessaglia di Pramaggiore, ha perso la vita in un terribile incidente stradale nel quale è rimasto ferito molto gravemente il figlioletto di appena 6 anni. È accaduto ieri pomeriggio poco prima delle 14. 30 sul ponte della Provincia, all’incrocio semaforico tra via Zoccat, Ponte Tezze e la Triestina. La Punto sulla quale c’erano madre e figlio si è scontrata con un autoarticolato che ha colpito anche una seconda vettura, una Opel Astra. Illesi i conducenti del mezzo pesante, un 44enne di Saonara (Padova); e quello della Opel, un 43enne di San Stino di Livenza. La causa del grave incidente è da imputare al comportamento di uno dei tre conducenti, che avrebbe affrontato l’incrocio senza rispettare il colore rosso al semaforo. La Triestina è rimasta chiusa fino alle 18 e le ripercussioni sul traffico sono state notevolissime. Sul posto i vigili del fuoco di Portogruaro, la polizia locale di San Stino per i rilievi di legge, il Suem 118 di Portogruaro e l’elisoccorso Leone 2, che ha caricato il figlio della deceduta, poi ricoverato con riserva di prognosi al Ca’Foncello di Treviso. La vittima in un incidente nel 2016 aveva pianto la perdita della cognata.
Dinamica raccapricciante.
Michela Caovilla, dipendente della Co. Met. Fer. di San Stino, era nata a Motta di Livenza, ma ha sempre vissuto a Torre di Mosto, prima di trasferirsi con il marito, Omar Maronese, autotrasportatore, in un appartamento di via Martiri 7/B a Blessaglia. È probabile stesse tornando a casa con il figlio di 6 anni. Al volante della sua Punto stava percorrendo il ponte sul Livenza per raggiungere l’incrocio semaforico tra la Triestina, via Zoccat e via di Ponte Tezze, in comune di San Stino. Secondo i testimoni si trovava ferma al semaforo, ma questo è tutto da verificare per la polizia locale sastinese, e comunque non c’erano segni di frenata perché l’asfalto era ancora bagnato. Da via Zoccat si sarebbe immessa la Opel, proprio quando stava sopraggiungendo l’autoarticolato, che viaggiava verso San Donà. È stato un attimo. Il camion, per evitare lo scontro con l’Astra, avrebbe tentato una manovra disperata, andando però a cozzare sia con la Punto che con la stessa Opel. L’autista padovano sceso dalla cabina si è accorto subito, così come l’automobilista sastinese, che per Michela Caovilla purtroppo non c’era nulla più da fare. Il bambino di 6 anni che viaggiava con lei piangeva e urlava per il dolore e lo shock.
I soccorsi.
Sul posto la polizia locale di San Stino, che ha chiuso la Triestina all’altezza della rotatoria di località Bivio; e i vigili del fuoco, oltre a un’ambulanza del Suem 118 di Portogruaro. Il piccolo è stato preso in cura dalle infermiere dell’ambulanza, mentre veniva allertato l’elicottero, atterrato sul greto del Livenza. Il bimbo è stato trasferito a Treviso. La prognosi è riservata. Non si sa se sia a conoscenza del destino di sua mamma. Chiedeva sempre di lei, in ambulanza. Ha perso sangue al capo, rimediando un violento trauma cranico. Alle 20 di ieri è arrivata la conferma che è fuori pericolo.
Le indagini.
Avvertito il magistrato di turno della Procura di Pordenone. Vagliate numerose testimonianze. Alcune sono concordanti. Qualcuno ha affrontato l’incrocio con il semaforo rosso. L’ipotesi di reato è omicidio stradale. Deviazioni sono state organizzate per Biverone e Torre di Mosto. Raggiungere San Donà è stato un supplizio. La Triestina è stata riaperta solo alle 18.
Un atroce destino.
L’anno scorso Michela aveva perduto la cognata Dania Maronese, vittima di una fuoriuscita di strada, seguito di un malore nella zona di Sant’Alò, a San Stino, a pochi chilometri dal luogo in cui lei è rimasta vittima di un incidente. Dania Maronese è deceduta il 24 agosto 2016. Aveva 53 anni ed era di professione impiegata.
L’incrocio maledetto.
Proprio in via Zoccat, a 200 metri dal punto di ieri, si verificò l’ultimo incidente mortale a San Stino. Era il 9 agosto quando morì Ivan Herbut, 27enne di origini ucraine deceduto mentre stava facendo provare la sua moto a un amico. Lui era seduto sul posto riservato al passeggero.
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