Schianto mortale a Ceggia martedì l’addio a Martino

San Donà. Ieri una triste processione di affezionati clienti nel salone di via Stefani Il dolore del “maestro” Corrado: «Non abbiamo chiuso per sentirlo vicino a noi»
Di Giovanni Cagnassi

Fissati i funerali di Martino Sarto, il parrucchiere di San Giorgio di Livenza, che lavorava nel salone di via Stefani a San Donà. L’addio al parrucchiere, tragicamente scomparso giovedì notte a Ceggia a seguito di un incidente stradale, è stato fissato per martedì 25 alle 15 nella chiesa di San Giorgio di Livenza, il rosario, invece, si terrà la sera prima alle 19.30 sempre nella chiesa della frazione di Caorle.

Anche ieri a San Donà cordoglio e commozione sincera per la morte del parrucchiere. Nel salone Corrado di via Stefani, dove da 15 anni lavorava fianco a fianco di Corrado Marian e del figlio Enrico, una processione di amici e clienti, ma anche colleghi dei parrucchieri tra i più conosciuti della città. Martino era con loro da tanti anni. Era cresciuto professionalmente e caratterialmente con il suo maestro Corrado che nel settore è uno dei più noti in tutto il Nord Italia con decenni di esperienza alle spalle, corsi e perfezionamento costante. Martino aveva studiato a Lancenigo, poi aveva iniziato quasi subito a lavorare con il parrucchiere da uomo, anche se era un esperto anche del taglio da donna. Qui a San Donà aveva imparato a “sforbiciare” o scolpire con il taglio a rasoio di cui Corrado conosce i segreti dopo anni di esperienza e frequentazioni nei saloni milanesi, poi proseguiti con il giovane figlio Enrico, che era stato a Londra a conoscere le tecniche dei colleghi di tutta Europa. Martino era diventato anche lui un professionista di taglio e piega, ma anche rasoio e pennello da barba all'occorrenza.

Un barbiere e parrucchiere a tutto tondo. Ma soprattutto una persona dabbene come tutti lo ricordano con affetto. «Tanta gente», spiega ancora affranto Corrado, «è entrata con le lacrime agli occhi. Molti amici, ma anche clienti affezionati che vedevano in lui un riferimento, anche una persona cui confidare i problemi e parlare come spesso accade con i barbieri. Ci manca davvero tanto, sarà sempre con noi. Non abbiamo voluto chiudere il salone, perché lui non avrebbe voluto. Qui abbiamo potuto ricordarlo, accogliere la gente, sfogarci, sentirlo ancora vicino a noi».

Il corpo è stato ricomposto nella cella mortuaria dell'ospedale dopo il tragico incidente di giovedì notte che ha sconvolto tutto il Sandonatese. Sembra sempre più accreditata l'ipotesi di un malore, che lo ha colto mentre era alla guida della sua Fiat Punto tra San Stino e Ceggia. Non c'erano segni di frenata sulla strada: ha proseguito dritto uscendo dalla carreggiata e piombando nel fosso con poca acqua contro il quale l'auto si è distrutta e lui è morto sul colpo.

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