Schianto fatale contro la bricola morto il 52enne finito in acqua

Vanni Iannaccio, originario di Campalto e residente nell’isola, mercoledì era alla guida del suo barchino Il suo corpo senza vita è stato recuperato davanti all’hotel Villa Laguna dai sommozzatori dei pompieri
Prima il rumore dello scafo che solca le acque, poi un tonfo sordo e il tragico schianto di un barchino contro una bricola antistante l’hotel Villa Laguna. Vanni Iannaccio, 52enne originario di Campalto e ora residente al Lido, è morto così, mercoledì verso le 21.30. Era alla guida del suo barchino quando, per motivi da accertare, ha urtato una bricola ed è finito in acqua. Il suo corpo è stato recuperato un’ora e emzza dopo dai sommozzatori dei vigili del fuoco.


A dare per primi l’allarme Matteo Cumerlato, direttore del Villa Laguna, e un suo collega. «Ero uscito in quel momento per fumarmi una sigaretta. È stato lì, proprio contro quella bricola cui sono ora attaccati i mezzi di soccorso che c’è stato lo schianto» racconta Cumerlato «In un primo momento ho pensato a una barca alla deriva. Ma è stato un attimo. Poi abbiamo subito pensato che a bordo doveva trovarsi qualcuno. Allora è stato tutto rapidissimo: io e il mio collega abbiamo chiamato contemporaneamente polizia e ambulanza, mentre a gesti e parole ci siamo intesi con due ragazzi che passavano in barchino proprio in quel lasso di tempo in modo che andassero subito a vedere se ci fossero o meno feriti. I due giovani si sono mossi subito, davvero, saranno passati 20 o 30 secondi dall’incidente». Purtroppo, però, non c’è stato nulla da fare. Iannaccio era già stato sbalzato in acqua e il suo corpo non si trovava.


Dopo pochissimi minuti l’intervento massiccio delle forze dell’ordine: polizia, carabinieri, capitaneria di porto, vigili del fuoco con camion, operatori sanitari e ambulanze, sommozzatori e chiatta con gru per eventuali operazioni di sollevamento e recupero.


In breve tempo un ampio perimetro compreso tra l’imbarcadero di Santa Maria Elisabetta e l’hotel Villa Laguna è stato delineato dal nastro delle autorità, in modo da tenere a debita distanza la folta schiera di turisti e residenti che s’era raccolta e via via andava aumentando.


Tra i presenti anche un muranese, amico di quella che poi risulterà essere la vittima. «È incredibile, l’avevo visto questo pomeriggio. Dalle parole che ho sentito ora qua e là pare sia lui... Speriamo lo trovino subito perché più passa il tempo peggio viene da pensare». Sull’imbarcadero si affollano i curiosi: seguono le operazioni di soccorso, sperando che i soccorritori riescano nella loro missione. Minuti infiniti, che poi diventano mezz’ora, un’ora, 90 minuti. Si cerca un uomo, che dovrebbe corrispondere ai documenti trovati all’interno dell’imbarcazione, un cofano celeste ammaccato sulla parte anteriore che nel frattempo era stato ormeggiato al moletto del Villa Laguna.


Verso le 23, infine, l’avverarsi della peggiore delle aspettative, con il recupero della salma e la constatazione del decesso di Vanni Iannaccio. Lentamente la folla si disperde, lo sgomento dipinto sul volto di quanti conoscevano la vittima, mentre gli agenti si muovevano ancora tra l’area delimitata e l’Hotel Villa Laguna.


«Un vero colpo, siamo tutti sotto choc» racconta un altro amico di Iannaccio, dopo aver avuto un colloquio con le forze dell’ordine ormai verso mezzanotte «Sono passato di qua per Santa Maria Elisabetta, ho sentito le persone parlare, ho allungato il collo e ho visto il corpo che veniva recuperato. Ho quindi chiesto alla polizia cosa fosse successo, perché lo conoscevo bene. Una tragedia sconvolgente».


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