Scelta la cinquina del Campiello, in testa c’è Fabio Stassi

Finalisti anche Cocco, Magrelli, Masini e Riccarelli. Il premio «Opera prima» va a «Cate, io» di Matteo Cellino: storia di un’adolescente discriminata perché obesa
COLTRO INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA VENEZIA 01.09.2012. PREMIO CAMPIELLO 2012.
COLTRO INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA VENEZIA 01.09.2012. PREMIO CAMPIELLO 2012.

VENEZIA. «L’ultimo ballo di Charlot» di Fabio Stassi, edito da Sellerio, è con otto voti il primo libro della cinquina del Premio Campiello 2013. I libri sono stati scelti dalla giuria dei letterati, oggi a Padova. Gli altri quattro sono: «La caduta» (Nutrimenti) di Giovanni Cocco, «Geologia di un padre» (Einaudi) di Valerio Magrelli, «Tentativi di botanica degli affetti» (Bompiani) di Beatrice Masini e «L’amore graffia il mondo» (Mondadori) di Ugo Riccarelli.

La Giuria dei letterati, presieduta da Paolo Crepet, ha scelto la cinquina alla prima tornata di votazioni. Se Stassi ha ricevuto otto voti, agli altri quattro finalisti ne sono stati attribuiti sette ciascuno. Il primo a non essere eletto, con sei voti, è stato "Tre anni luce" (Feltrinelli) di Andrea Canobbio. In tutto erano stati ammessi al dibattito e quindi alla selezione 65 libri. Ora la cinquina passa nelle mani dei 300 anonimi lettori distribuiti in tutta Italia e di tutte le classi sociali che saranno chiamati a decidere il vincitore assoluto. La premiazione dei cinque finalisti e la consegna del "Supercampiello" avverrà a Venezia, nella serata finale della 51/ma edizione del premio, il 7 settembre prossimo al Teatro La Fenice.

«Cate, io» di Matteo Cellini, edito da Fazi, è il vincitore del premio opera prima dell’edizione 2013 del Campiello. La vittoria di Cellini è stata resa nota oggi a Padova nel corso della selezione, da parte della Giuria dei letterati, impegnati nel scegliere la cinquina finalista. «Cate io» è la storia di discriminazione, solitudine e coraggio di Caterina, una 17enne che vive ad Urbino con la famiglia e che dalla normalità passa al dramma della derisione perchè obesa e diventa così «Cate-ciccia». Nella motivazione la giuria esprime «forte maturità e elegante felicita stilistica». Per la giuria «Cellini racconta con leggerezza la condizione sofferente propria» di una giovane che «si trova a fare i conti non solo con se stessa e il proprio fisico, ma anche con una famiglia di autentici eroi della dismisura».

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